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Adolescenti: Alcool e droghe come comportarsi

Picture of Nan Coosemans

L’altro giorno una mamma mi ha chiamata e mi ha detto spaventata “Ho trovato una bottiglia di vodka nello zaino di mio figlio”.

Io le ho risposto (perché conosco benissimo questo ragazzo e so com’è fatto): “Eh va bene, avranno fatto una festicciola, ha fatto bene! Non c’è motivo, adesso, di preoccuparsi o di pensare cose assurde sul suo conto”

Come mai ho risposto così? Insomma proprio io, una coach per famiglie e adolescenti che risponde “ha fatto bene”, sembra assurdo vero?

Invece non lo è perché, in qualità di genitori, dovremmo tutti imparare a fare delle differenze tra “quando c’è una dipendenza e un pericolo per i nostri figli” e quando invece “i nostri figli stanno semplicemente facendo una vita da adolescenti”.

Scrivo questo blog, proprio per darvi qualche indizio su come riconoscere i veri segnali di una dipendenza o di un comportamento dannoso che i ragazzi possono attuare.

Con quanto scritto sopra questo non voglio dire che se vedete vostro figlio minorenne con una bottiglie di vodka dovete dargli una pacca sulla spalla e dire “hai fatto bene” NO!

Però voglio dire che, se vi capita quello che è successo a questa mamma, evitate di andare in panico e di pensare subito male dei ragazzi, di giudicarli, di punirli e di iniziare a comportarvi diversamente con loro.

Adolescenti e dipendenze da alcol e droghe: come iniziano?

Un po’ di tempo fa ho letto un articolo che parlava di giovani e dell’incidenza di alcool e droghe.
Le ricerche fatte su questa tematica vergevano maggiormente sull’informazione dei pericoli a cui andavano incontro i ragazzi con l’assunzione di sostanze stupefacenti.

I risultati di queste ricerche parlavano chiaramente di quanto non ci fosse stata una diminuzione nel consumo ma, al contrario, in alcuni casi, diversi soggetti si fossero sentiti attratti dalla curiosità di provare.

L’Islanda, già anni fa, era riuscita a “risolvere” questo disagio giovanile, o perlomeno a marginarlo significativamente, inserendo delle attività extra scolastiche che coinvolgevano i ragazzi in occupazioni artistiche come lo studio della musica, la danza, la pittura, il teatro, vari tipi di laboratori artigianali e corsi sportivi.

Con l’inserimento di queste attività l’incidenza del consumo giovanile di alcool e droghe è drasticamente calato nel loro Paese.

In questo momento storico, dopo ben due anni di Lockdown, il pericolo che i giovani siano attratti dall’utilizzo di droghe e alcol è aumentato ancora di più.

Se vi ricordate, già durante la chiusura, gli scaffali degli alcolici erano stati svuotati e di certo non dagli adolescenti ma bensì dagli adulti, alcuni dei quali genitori di adolescenti.

Ovviamente questo tipo di comportamento in casa non è stato sicuramente il miglior esempio per loro, ma non è nemmeno la causa principale per cui ora i ragazzi potrebbero sentire il bisogno di eccedere e di evadere.

La parola chiave è proprio “evadere”: da due anni di chiusura, da un pezzo di vita perduto, da una sicurezza in se che è venuta a mancare, da un rendimento scolastico che è caduto a picco, da un corpo che è ingrassato, dimagrito o si è indebolito

E’ ovvio che, tutti i ragazzi su cui, questa pandemia ha avuto un impatto forte e inaspettato, potrebbero essere maggiormente a rischio dipendenze…e non solo dall’alcool, ma bensì anche dalla tecnologia (di questo parleremo in seguito).

Fatta questa considerazione, necessaria, proseguiamo con i punti salienti di questo blog, e vediamo insieme:

  • Da cosa dipende l’avvicinamento ad abitudini malsane?
  • Perché i ragazzi si avvicinano a certi tipi di sostanze già in età giovanile?
  • Come impegnano il tempo libero?
  • Hanno passioni o anche solo interessi che li permetta di evadere?

La mancanza di interessi una delle prime cause

Ciò che credo e soprattutto vedo con i miei occhi è che una buona parte dei ragazzi manchi di interessi reali e condivisi con altri compagni.

Gli interessi si sviluppano sin da piccoli ma possono essere tirati fuori anche da grandicelli. I genitori di adolescenti spesso pensano: “ormai è tardi, doveva iniziare da piccolo”, invece non è mai troppo tardi.

Per guidare i ragazzi alla scoperta dei propri interessi, bisogna creargli in casa un terreno fertile, dare loro l’idea chiara di “NON ESSERE GIUDICATI” mai.

Se loro infatti si accorgeranno, di ricevere giudizi negativi per le loro preferenze non si apriranno più facilmente.

Riflettete: quante volte avete “trattato con sufficienza” i vostri ragazzi perché non seguivano ciò che VOI ritenevate utile e importante e non vi siete, invece, concentrati ad elogiarli e a dargli sicurezza nelle loro capacità?

È importante che il ragazzo (e il genitore) capisca l’utilità di impegnarsi a fare attività che lo portino lontano dagli schemi della quotidianità, dove si senta libero di esprimere se stesso e condividere gli stessi interessi con dei compagni.

La mancanza di consapevolezza e di strumenti di crescita personale

Credo che, inoltre, di fronte ad una difficoltà, i ragazzi non abbiano abbastanza strumenti per poter capire cosa gli succede e per sfogare le loro emozioni.

Conseguentemente a questo, credo non abbiano l’abilità di esprimere i loro disagi sentendosi cosi soli, e cercando strade più facili da percorrere e sicuramente poco utili per il loro sviluppo.

Quando pensi che nessuno possa capirti subentra un vero stato depressivo da cui per “sopravvivere” si tende a scappare, utilizzando droghe (anche leggere) alcool, tecnologia, cibo come forma di evasione e di “piacere istantaneo”.

Cosa fare in questi casi? In queste circostanze bisogna che i genitori per primi si pongano nei panni dei figli e inizino a capirne la sofferenza, a studiarne le problematiche e i disagi, così da evitare di giudicarli e iniziare a farli sentire “normali” (o meglio a fargli capire che la normalità non esiste.

Il disagio di non riuscire ad esprimere le proprie emozioni è un altro punto cardine nello sviluppo di un individuo sano e consapevole.

Essere in grado di riconoscere ciò che sta vivendo dentro se stesso è uno strumento prezioso per riuscire a esprimersi e sviluppare empatia verso gli altri.

Noi adulti sappiamo quanto è difficile essere adolescenti, oggi credo lo sia ancora di più per alcuni aspetti, in quanto la “realtà virtuale” non permette una vera e propria esperienza ma un collage di testimonianze che mancano di “veridicità  emozionale” ed i ragazzi oggi condividono molto di più sui social network che non nella vita reale. Il dialogo diretto tra i giovani è sempre più sintetico e questo porta sicuramente a sviluppare abilità tecnologiche ma quanto ne risente il lato umano?

Lo sport come abitudine di vita: la prima cosa da fare!

“Mio figlio, fa calcio, mia figlia fa danza, i miei giocano a basket!”

Se i vostri figli non sono in una squadra: NON FA NIENTE!

Lo sport come abitudine di vita non vuol dire essere iscritti ad una scuola, competere e fare sport di gruppo. Certo se i ragazzi lo fanno, benissimo!

Ma se a qualcuno non piace essere in una squadra, cari genitori, non fate l’errore di fargli vivere quella come l’unica modalità di fare sport.

Lo sport è una mentalità, lo sport è un’abitudine che parte dal camminare invece che andare in auto, dal portare un pallone al parco, dal fare una piccola gara di nuoto genitore-figlio al mare, da trascorrere un giorno in natura a settimana, dal sedersi a tavola e nutrirsi per “funzionare” e non per “riempirsi”.

Cari genitori, se volete evitare che i vostri figli ricorrano a droghe e/o alcool fateli muovere e muovetevi anche voi! Quando il corpo sta bene per i ragazzi è più facile capire l’effetto deleterio di alcune sostanze, quando il corpo sta bene anche la mente sta bene e sarà più facile per loro sentirsi forti dentro e fuori e, perché no, anche più belli, energici e in forma.

Cosa facciamo noi dentro YOUNITE per guidare i ragazzi?

Il nostro impegno in Younite consiste proprio nel guidare ragazzi e genitori a sviluppare abitudini sane e motivanti: puntiamo molto sullo sport, siamo fermamente convinti che sia un’ottima abitudine educare i ragazzi a impegnarsi fisicamente in attività che gli permettano non solo di sfogare le loro energie ma anche di creare abitudini sane per crescere forti e poter, attraverso lo sport, superare i loro limiti.

I nostri camp e corsi sono volti alla conoscenza di sè, all’allenamento fisico e mentale per diventare la migliore versione di se stessi.

Sport, laboratori sensoriali e di espressione, gioco insieme e momenti di aula, dove noi trainer semplicemente li portiamo a porsi delle domande affinché il cervello de ragazzi possa trovare le personali risposte alle loro esigenze.

Approfondiremo e metteremo in pratica questo argomento durante il nostro evento annuale Famiglie in Azione, il 15 e 16 Ottobre 2022 a Riccione!

Un weekend che darà a genitori e figli tanti strumenti e conoscenze per vivere in maniera sana, coltivare le buone abitudini e vivere in una famiglia POTENZIANTE!

Scopri l’evento qui sotto!

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Nan Coosemans

Fondatrice di Younite®, Family e Youth Coach, Autrice del libro “Quello che i ragazzi non dicono” ed. Sperling & Kupfer e mamma di 3 figli. Lavoro da oltre 20 anni nel mondo dello sviluppo personale. Ho fondato Younite® nel 2010 e Genitori in Azione nel 2016, la prima scuola online per genitori con adolescenti. Ho studiato vari anni in America, Olanda e Inghilterra integrando il lavoro sviluppato con con NLP, TLT, VT® e Family Therapist. Insieme alla squadra di Younite® ho lavorato con migliaia di ragazzi e famiglie in Olanda & Italia. Sono co-fondatrice dell'Accademia YADA, la prima scuola di formazione per diventare Family o Youth Coach in Italia

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