La partecipazione degli studenti al Progetto si è rivelata utile e interessante. Il corso di “coaching” – in lingua inglese con traduzione simultanea da parte di una brava giovane interprete – pensato per aiutare i ragazzi nella piena e soddisfacente realizzazione del proprio futuro, li ha coinvolti spingendoli a superare alcune problematiche legate all’insicurezza caratteriale e alle difficoltà di conoscersi e di socializzare negli ambienti più diversi. Nelle ore dedicate al Progetto sono stati trattati argomenti non presenti nelle tradizionali lezioni scolastiche: le “credenze” giovanili, la focalizzazione di un obiettivo da conseguire, la consapevolezza del proprio corpo, la memoria, i collegamenti neuronali che si creano tra ogni azione e pensiero, la mente e l’influenza che questa ha sul fisico e sul modo in cui si affrontano e superano gli ostacoli che ci separano dal raggiungimento dei nostri sogni. I “coach”, raccontando storie di vita vissuta ed esperienze personali, attraverso esempi, video, esercizi collettivi e individuali, hanno offerto consigli e regole facili da seguire quotidianamente, utili per giungere con consapevolezza alla meta che ciascuno si è prefissato. Il Progetto ha riscosso molto successo tra ragazzi e ragazze grazie alla competenza e alla allegra simpatia dei giovani “coach” sempre sorridenti e disponibili. Un valore aggiunto è stato fornito dall’uso della lingua inglese con traduzione simultanea, elemento che ha permesso ai ragazzi di fare esercizio linguistico divertendosi e senza fatica. L’esperienza è da ritenersi senza dubbio positiva.
Ognuno ha dei sogni: grandi, piccoli, difficili, semplici… ma per quanto differenti possano sembrare, realizzati,cambiano la vita di ciascuno di noi. Ecco cosa alcuni ragazzi olandesi hanno cercato (con successo) di imprimere letteralmente nella mente questo nuovo ideale, per affrontare meglio la nostra vita. La prima lezione eravamo tutti agitati: da quello che ci era stato detto, avremmo potuto realizzare qualsiasi nostro sogno, per quanto impossibile possa essere. Ma il ‘’film’’ che ci eravamo creati in testa non venne messo da parte, come di solito si fa con qualcosa che sembra folle, ma vi abbiamo lavorato sopra con grande interesse e curiosità…Così i ragazzi ci hanno cominciato a parlare delle loro esperienze e di come, anche partendo da una situazione disperata, si possa aggiustare tutto, aprendo gli occhi, trovando il problema e allora, di come la forza del desiderio di risalire dall’abisso che ci aveva intrappolati, verrà da sé. Quella volontà sarà così forte che anche che anche semplicemente pensando con tutte le proprie forze, credendo fermamente a qualcosa che magari momentaneamente non possiamo realizzare , il giorno in cui potremo farlo, avremo tutta la forza e anche di più per affrontare il momento di gioia in cui finalmente saliremo su dal nostro abisso , quando realizzeremo (NOI, lo realizzeremo, PERCHE’ I SOGNI NON SI REALIZZANO DA SOLI E NON CREDO CHE VALGA ASPETTARE) il nostro sogno. Per provare tutto ciò, ci sono stati fatti incredibili esempi assolutamente veritieri di come per realizzare qualcosa, basti crederci veramente. La seconda lezione, invece, ci è stato detto come fare per affrontare ciò che inizialmente può ostacolare la realizzazione di ciò che vogliamo, alcuni problemi. Come si fa per togliersi una volta per tutte quel problema che ci perseguita da quando siamo nati, o che magari, invece che seguirci sta proprio lì davanti a sbarrarci la strada, quando non facciamo altro CHE NASCONDERCI da lui, cercando invano una scorciatoia per arrivare al nostro obiettivo? Ecco, i problemi vanno affrontati con la faccia in alto, lasciando che ci si spiaccichino sopra provando poi la soddisfazione di sentirli sciogliersi sulla pelle. Spesso, però, c’e quel limite invisibile che apparentemente non ci lascia passare, impresa a cui ormai abbiamo rinunciato da tempo, rinchiudendoci nei limiti che noi stessi non riusciamo a superare. Questo spazio recintato si chiama COMFORT ZONE. La forza della volontà del desiderio di uscire, presto sarà così forte che , prenderemo la rincorsa e salteremo la recinzione, come cavalli imbizzarriti in cerca di infiniti pascoli di libertà dove galoppare felici…Uscendo dalla comfort zone abbiamo l’ opportunità di vivere una vita piena di fantastiche esperienze e conoscere tante nuove cose e persone, allargando paurosamente i limiti della nostra comfort zone. Anche qui, ciò che serve è avere la forza e la volontà di cambiare la propria vita. Oggi, si è tenuto l’ ultimo incontro con la fantastica squadra che è riuscita a far capire a un paio di classi di adolescenti come si fa veramente a cambiare la vita come la vogliamo noi. Abbiamo imparato a condividere i nostri sogni prima con la classe, in futuro con tutti, fino a quando non lo saprà il mondo intero che noi, i nostri sogni li vogliamo così tanto che siamo disposti a dirli pure in mandarino…Quindi, ciascuno di noi ha costruito un proprio vision board, un cartellone dove, incollando immagini e disegnando tutti i nostri sogni, li abbiamo potuti rendere visibili. Così, attaccandolo in camera in un posto tale che garantisca lo schiacciamento totale della faccia quando, la mattina ci si alza in modo che rimanga ben impresso il desiderio e con lui, la forza di realizzarlo, come una specie di promemoria. In questo modo, col passare del tempo, il desiderio e la voglia di realizzarlo saranno tali di addirittura favorire l’arrivo all’obiettivo, e potremo fare così con tutti i sogni che vogliamo, perché infiniti, come un singolo frutto che coi suoi semi, darà vita ad altri frutti con altri semi.
Il progetto Younite è arrivato nella nostra classe un giorno in dicembre 2011. Sapevamo di cosa si trattava, certo, ma non ci saremmo mai immaginati una cosa simile: ragazzi, giovani olandesi, ci hanno parlato di se e, incredibilmente, di noi. Credere in se stessi, credere di poter realizzare un sogno può cambiare la nostra vita in meglio, aiutarci ad avvicinare la nostra mano a quel sogno, proprio come Martin Luther King, che il suo sogno l’ha afferrato, provandoci non una volta, ma due, tre, centinaia di volte. Come ha fatto a dire “I have a dream” davanti a migliaia di persone? È questo il messaggio che i ragazzi di Younite ci hanno trasmesso durante le tre lezioni: se ci crediamo, possiamo fare qualunque cosa. Durante la prima lezione, ormai lontana nel tempo ma viva nei nostri ricordi, i ragazzi olandesi ci hanno raccontato le loro storie, mostrandoci un esempio concreto di come si può cambiare credendo in se stessi e nelle proprie capacità; ci hanno portato anche altri esempi, come quello della squadra di basket divisa in tre gruppi: il primo per un mese non ha toccato la palla e non è migliorato, il secondo, per un mese, un’ora al giorno si è concentrato ed ha pensato di fare allenamento ed è migliorato poco meno del gruppo che per un mese, un’ora la giorno, ha fatto veramente l’allenamento in palestra. Di questi primi due esempi ci siamo fidati, certo, ma come Joey e Florian ci potevano far provare sulla nostra pelle che ciò che ci avevano detto è vero? Abbiamo quindi ruotato la schiena, con il braccio teso, fino al nostro limite e preso un punto di riferimento. Chiusi gli occhi, abbiamo immaginato prima la nostra schiena rigida e poi sempre più morbida, come fosse di gomma, al punto che si poteva arrotolare su se stessa tante, tante volte. Riaperti gli occhi e ruotata nuovamente la schiena con il braccio teso, abbiamo constatato che il nostro busto aveva ruotato su se stesso molto più che la volta precedente. La seconda lezione si è concentrata sulla nostra comfort zone, un luogo del nostro cervello nel quale sono racchiuse le azioni e tutto ciò che conosciamo, una zona appunto dove ci possiamo rilassare vivendo di ciò che ci è noto. Ma l’obbiettivo di Joey e Florian è stato quello di farci uscire dalla nostra zona di relax. Come? Non ci è stato certo proposto di fare chissà che, ma di provare qualcosa di nuovo che non rientrasse nel monotono della nostra vita e, dopo un po’ che pratichiamo la nostra attività, anche questa entrerà a far parte della comfort zone e ci troveremo a nostro agio anche in questo campo. La terza fantastica lezione è stata appunto sui nostri sogni. Abbiamo creato una vision board sulla quale abbiamo incollato, scritto o disegnato ciò che sognavamo e Joey ci ha detto che i nostri sogni sono come i semi di un mandarino: possono essere infiniti e realizzarli ci farà sentire meglio. Quante cose abbiamo imparato in sole tre lezioni! Un’esperienza educativa nella quale abbiamo conosciuto meglio noi stessi. Non penso ci sia niente da modificare nel progetto, ora dovremo lavorare dentro di noi per cambiare noi stessi, per allargare la comfort zone e riuscire a realizzare i nostri sogni