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Come comportarti se tuo figlio non ti ascolta

Comportamento-dei-figli
Picture of Nan Coosemans

Hai ripetuto ai tuoi figli più e più volte di comportarsi in un determinato modo, di aiutarti in qualche compito, di fare o non fare qualcosa. 

E, come si dice comunemente, “da una parte gli è entrata e dall’altra gli è uscita”. 

I figli hanno deciso di non rispettare quello che gli dici e di non dare valore alle tue imposizioni/idee,

Perchè? Come mai succede questo? Lo fanno perchè ti odiano o perché vogliono darti fastidio? 

La risposta è no! Se i figli non ti ascoltano le cause sono da ricercare in altre circostanze. 

Qui di seguito vedremo insieme alcune regole da rispettare nella comunicazione con i figli adolescenti, prova a controllare se ne trasgredisci una o più di una.

1° regola: se non li ascolti, loro non ti ascoltano

Spessissimo i genitori si lamentano dei figli che non li ascoltano e puntano il dito contro di loro. Un vecchio detto dice “ ricordati che quando punti il dito verso qualcuno, ne stai puntando 4 verso di te”. 

Con questo vorrei dire, in effetti, che se i nostri figli non danno peso e importanza alle nostre parole, molto probabilmente è perché noi non ne abbiano data alle loro.

I genitori tendono ad avere un atteggiamento di superiorità verso i figli pensando che le richieste e o le idee di questi ultimi siano sempre “sbagliate” o “esagerate” o “fuori dalle righe”. 

Gli adolescenti odiano essere giudicati. A questa età loro stanno lottando per la loro indipendenza e desiderano che gli altri la riconoscano. 

Soprattutto i genitori che sono gli adulti da cui devono emanciparsi per dimostrare a se stessi di potercela fare nella società lì fuori.

Per tali motivi è necessario che i genitori cambino atteggiamento e inizino ad ascoltare con vero interesse e senza alcun tipo di giudizio le idee e le proposte dei propri figli. 

Ciò che si consiglia di fare è di iniziare a ragionare con loro, responsabilizzandoli,  spiegando le proprie posizioni e negoziando delle soluzioni condivise. Niente più imposizioni.

2° regola: loro vorrebbero ascoltarti, rendigli le cose facili

I ragazzi spesso impongono le proprie idee con forza e arroganza. In quel momento il genitore non consapevole, si lascia trascinare dalle emozioni di frustrazione e rabbia e risponde subito opponendosi. 

Quando un ragazzo espone la propria volontà ad alta voce, pur dimostrandosi molto convinto e irremovibile, in realtà sta sempre e segretamente cercando l’opinione del genitore e la sua approvazione o disapprovazione. 

Sono adolescenti e il loro modo di chiedere aiuto non è “Mamma, papà cosa ne pensate di xxx?” ma è “Io voglio fare questo, e lo farò!”. 

Come può fare quindi un genitore per esporgli ciò che pensa senza generare l’effetto contrario? 

Davanti a questa situazione il genitore può dire: “Sono contento/a che tu abbia deciso così, cosa ti ha spinto a prendere questa decisione?” 

In tal modo si da ai figli l’opportunità di non essere giudicati e di riflettere sulle loro stesse decisioni, che siano buone o sbagliate, gli si da la possibilità di acquisire consapevolezza. 

E’ questo quello che fa una guida giusto? E il genitore è una guida. 

3° regola: voce, atteggiamento, momento sono 3 variabili chiave

Quante volte i genitori dicono qualcosa ai propri figli mentre in realtà ne stanno pensando un’altra? 

Oppure quante volte si finge di avere un tono calmo mentre dentro si sta morendo di rabbia? 

Ecco questa non coerenza tra stato d’animo e parole è facilmente deducibile dal tono di voce, naturale o forzato, e dall’atteggiamento del corpo, sulle difensive, sull’attacco, giudicante.

Non dimentichiamoci che il corpo è uno strumento di comunicazione e se noi siamo rigidi, bruschi, nervosi, anche un solo gesto della mano lo comunicherà. Per non parlare poi dello sguardo, un rivelatore di stati d’animo precisissimo! 

Inutile quindi “fare finta” bisogna che i genitori capiscano davvero la posizione dei propri figli e che spesso si diano anche dei pizzicotti sulla pancia. Farsi ascoltare dai figli è una negoziazione, quindi bisogna partire dal presupposto che ognuno darà qualcosa all’altro cedendo una sua posizione.

Un’altra variabile importante è il momento. I genitori sbagliano sempre il momento per comunicare qualcosa ai figli. 

Subito dopo scuola NON è il momento giusto, i ragazzi sono stressati, stanchi e hanno bisogno di allegerire la mente e lo spirito

Quando sono chiusi in camera per i fatti loro NON è il momento giusto, chiudere la porta non vuol dire “me ne frego di voi” ma vuol dire “ho bisogno di trascorrere un po’ di tempo da solo/da sola”

Se vuoi un momento giusto allora chiedilo: “quando posso parlarti un attimo in giornata?” “Quando è meglio per te che parliamo di questa situazione?”

4° regola: fai la lista delle cose proibite da dire

Ci sono delle frasi o delle parole che i nostri genitori ci ripetevano e che ci facevano perdere completamente le staffe. Chi se le ricorda?

“Ti comporti come una bambina”, “Sei il solito scansafatiche”, “Non hai interessi, sei privo di passioni”. 

Queste frasi dettate da sentimenti di frustrazione, rabbia, tristezza sono assolutamente l’ultima cosa che bisogna dire se si vuole che un figlio impari ad ascoltarci. 

Spesso i genitori sanno che quelle sono le frasi che toccano le corde più profonde e, per questo motivo, le utilizzano quando si sentono delusi per ferire il figlio o la figlia. 

Anche una discussione che potrebbe sortire un buon risultato viene completamente mandata all’aria dall’utilizzo di queste parole o frasi  che servono solo ad offendere e che provocano una chiusura totale da parte dei figli. 

Il consiglio è quello di farsi una lista di cose da NON dire ai propri figli per nessun motivo al mondo. 

In conclusione, se un figlio non ci ascolta, le prime azioni da fare partono tutte dal genitore che dovrà provare a cambiare qualche sua abitudine seguendo i consigli dati nelle 5 regole. 

Hai già provato tutto ma i tuoi figli lo stesso non ti ascoltano? 

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Nan Coosemans

Fondatrice di Younite®, Family e Youth Coach, Autrice del libro “Quello che i ragazzi non dicono” ed. Sperling & Kupfer e mamma di 3 figli. Lavoro da oltre 20 anni nel mondo dello sviluppo personale. Ho fondato Younite® nel 2010 e Genitori in Azione nel 2016, la prima scuola online per genitori con adolescenti. Ho studiato vari anni in America, Olanda e Inghilterra integrando il lavoro sviluppato con con NLP, TLT, VT® e Family Therapist. Insieme alla squadra di Younite® ho lavorato con migliaia di ragazzi e famiglie in Olanda & Italia. Sono co-fondatrice dell'Accademia YADA, la prima scuola di formazione per diventare Family o Youth Coach in Italia

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