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Perché è meglio non etichettare i figli di genitori separati

Genitori Separati
Picture of Anna Giulia Micara

“E’ Figlio di genitori separati”. Questa affermazione descrive una situazione reale ma è ancora spesso usata per far intendere che un ragazzo vive una condizione disagiata rispetto agli altri. 

Si tratta di un’etichetta, che può generalizzare situazioni diverse e che può far credere a chi la porta di essere diverso e di vivere in una condizione peggiore rispetto agli altri, a prescindere da altri elementi.

Attualmente l’etichetta del Figlio di genitori separati è sicuramente diventata meno “pesante” da portare. Il divorzio è stato introdotto nel nostro ordinamento negli anni ’70 e quindi negli anni ’80 i figli di genitori separati erano ancora pochi (nel 1980 si registravano 29.462 separazioni e 11.844 divorzi), e quei pochi erano spesso considerati “diversi” e “disgraziati”. 

Con il tempo la separazione e il divorzio sono diventati fenomeni molto comuni rispetto al passato (nel 2019 si registravano 97.474 separazioni e 85.349 divorzi) e così anche la condizione dei figli è diventata più “normale”. D’altra parte, si scorge ancora a volte nelle parole dei genitori e degli insegnanti un retaggio del significato che aveva in passato.

Si parla molto del potere delle parole. Recentemente ho trovato molto interessanti le discussioni sulle questioni di genere nella lingua italiana: in alcuni casi ci sono le parole per esprimere una professione al femminile (ad esempio avvocata o direttrice d’orchestra) ma a volte proprio le donne non vogliono usarle; ancora, l’uso della schwa per rendere la lingua italiana più inclusiva o la possibilità di usare il pronome “loro” per chi si definisce non binario. 

Il punto è che la nostra percezione della realtà è definita dalle parole e l’etichetta di figlio di genitori separati va inserita in questo contesto. Se un insegnante o un genitore associa un certo comportamento alla condizione di figlio di genitori separati oppure genitori, familiari e amici citano spesso questa condizione connotandola in maniera negativa, l’etichetta potrebbe pesare sui figli. 

Questi potrebbero sentirsi “diversi” dagli altri e potrebbero trovarsi a definire la propria identità troppo sulla base della separazione dei genitori e troppo poco su tanti altri fattori che li caratterizzano come la loro capacità di gestione delle emozioni, il rapporto con la madre e con altri familiari, l’essere dotato di talenti particolari…  ed è questo che poi può portare il futuro uomo, per esempio, a credere che lui è più sfortunato degli altri e/o che probabilmente si separerà anche lui (dopodiché c’è chi invece dimostra di essere diverso rispetto all’etichetta).

Le etichette servono a semplificare: c’è un problema? È facile associarlo alla separazione dei genitori mentre è più complesso mettersi a capire se il “problema” è temporaneo, deriva da un fatto o da una situazione particolare ecc. 

D’altra parte, ormai ci sono degli studi sulle conseguenze permanenti della separazione e del divorzio sui figli e a quanto pare “non c’è nessuna legge deterministica per cui la separazione dei genitori porti automaticamente a “danni permanenti” nei figli” ma “la felicità e l’equilibrio futuri di questi bambini dipendono fortemente dai comportamenti dei genitori dopo la separazione” (si veda C. Koch e C. Strecker, Mamma e papà si separano, Erickson, 2014, p. 62). 

Emerge anche che il 20% dei figli di genitori separati avrà difficoltà anche gravi a fronte del 10% dei bambini con genitori non separati. Si tratta di una differenza rilevante, certo, ma rimane che una separazione gestita bene non danneggia necessariamente il bambino, i figli di genitori separati non sono automaticamente più “disgraziati” degli altri, e anzi vivere con una coppia di genitori che non va d’accordo può causare più danni rispetto a una separazione gestita bene. 

Cosa accade invece se la separazione non è stata gestita bene? C’è comunque speranza: anche dopo un periodo disastroso c’è comunque modo di riparare. 

E’ perciò fondamentale che, chi ha ancora l’idea che il figlio di genitori separati sia disgraziato, prenda atto di queste ricerche. Avere più consapevolezza delle proprie parole e delle parole degli altri, non etichettare in maniera semplicistica comportamenti ma analizzare tutte le sfumature della realtà potrà evitare profezie che si autoavverano (sei e sarai disgraziato) e potrà cambiare la vita di tante persone.

 



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Anna Giulia Micara

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