Ogni anno arriva Settembre che porta con sé la fine dell’estate e l’inizio della scuola!
Alzino la mano i genitori che percepiscono questo momento come difficoltoso e stressante!
Spesso questo “peso” legato all’inizio della scuola è dovuto soprattutto al fatto di essere consapevoli che, per tutto l’anno, si dovranno di nuovo vestire i panni del “vigilante” e controllare ogni giorno che i ragazzi abbiano fatto i compiti.
Senza contare poi gli episodi in cui i figli faranno storie per NON andare a scuola e/o per aver preso un brutto voto o (ancora più difficoltoso) per voler cambiare indirizzo scolastico.
Sono Nan Coosemans, Family e Youth coach da, ormai, più di 15 anni e, di genitori afflitti da queste situazioni ne vedo e sento decine ogni mese.
Grazie al mio lavoro, però, io vedo anche l’altro lato della medaglia, ovvero, ascolto i ragazzi, conosco i loro pensieri, so cosa li preoccupi di più e quali siano le ragioni “nascoste” dietro al loro “ribellarsi allo studio e alla scuola”.
In questo articolo, vorrei quindi, rivelare a tutti i genitori come è possibile motivare maggiormente i propri figli nello studio e quali siano i giusti comportamenti a tenere davanti ad un figlio/una figlia “svogliati” (come dicono spesso genitori) nello studio.
Iniziamo subito:
1°regola per motivare i figli allo studio:
i ragazzi demotivati NON sono (sempre) svogliati!
Prima ho utilizzato il termine “svogliati” mettendolo tra virgolette, proprio per sottolinearne l’inadeguatezza.
La scuola è un grosso impegno, forse il più grande impegno che i ragazzi siano tenuti a mantenere. E’ concesso (così come è concesso a noi) che ci sia un po’ di resistenza da parte dei ragazzi verso questo onere.
Alcuni ragazzi però sembrano essere un pochettino più che resistenti…quasi allergici direi verso la scuola.
E’ il caso di chiamarli svogliati? NO! O almeno non sempre.
I ragazzi sono tutti diversi, sicuramente qualcuno sarà più pigro dell’altro ma riflettete su questa cosa: li vedete svogliati quando devono fare qualcosa che gli piace?
Magari la mattina fanno fatica a svegliarsi per andare a scuola e poi il giorno della partita, della gita, della festa … si catapultano dal letto sprizzando energia da ogni poro!
Sono fantastici!
Ma il punto su cui vorrei portare l’attenzione è che evidentemente non sono pigri e svogliati ma solo poco motivati in quella specifica cosa lì.
Non mettiamo quindi delle etichette che poi, quasi sicuramente, i nostri figli faranno proprie e si ripeteranno anche da grandi.
Ad esempio davanti ad un impegno importante potrebbero dirsi: “tanto sono svogliato/a per cui è quasi inutile che io ci provi, non ci riuscirò”
2° regola per motivare i figli allo studio: ogni ragazzo/a ha il suo metodo, lasciateli liberi di scegliere il proprio.
I ragazzi sono tutti (per fortuna) diversi. La scuola spesso impone solo una modalità di apprendimento e insegna 1 solo metodo di studio.
Quanti genitori arrivano da me dicendomi: “mio figlio/mia figlia erano bravissimi in matematica ma con il cambio alle superiori non si sono più trovati con il metodo imposto e hanno lasciato perdere”.
Come ben sappiamo, non abbiamo tutti le stesse capacità e attitudini. Mi sbaglio?
Non a tutti piace leggere 10 pagine di seguito, a qualcuno piace ascoltare più che leggere, a qualcun’altro invece piace guardare e quindi avvalersi di video per poter apprendere.
Se volete davvero motivare i ragazzi provate voi stessi a guidarli alla scoperta del loro metodo di studi.
Siate voi stessi aperti di mentalità e flessibili e proponetegli di ascoltare un podcast, guardare dei video su Youtube, visitare un museo dove trovano oggetti e storia di ciò che stanno studiando, di guardare una serie tv storica.
Vedrete che i vostri figli si sentiranno supportati e capiti e vi ringrazieranno (in cuor loro … non sia mai dare un abbraccio) per questo approccio comprensivo e inclusivo.
Ricordate: ciò che la società non insegna ai nostri ragazzi, dobbiamo farlo noi genitori. Dobbiamo sopperire alle standardizzazioni societarie e fare in modo che i nostri figli scoprano che “non essere conformi alla società non è per forza una debolezza né uno svantaggio” e che ognuno ha i suoi punti di forza.
3° regola per motivare i figli nello studio: aiutateli nell’organizzazione, non sostituitevi a loro ma supportali in questa difficile skill
Organizzarsi, per un adolescente, è quasi una Mission Impossible. Pochi genitori sanno che la mente dell’adolescente non ha ancora sviluppato tutte quelle aree del cervello dedite a questa attività.
I ragazzi, quindi, vanno guidati nell’organizzazione perché, proprio scientificamente, non possono arrivare ai livelli di capacità organizzative di un adulto.
Come si supporta un adolescente nell’organizzazione? (di questo parleremo più approfonditamente anche in uno dei prossimi blog, perciò restate sintonizzati)
In questa sede mi limiterò a spronarvi a fare due cose molto semplici: organizzare la settimana e organizzare la giornata.
Questo non significa diventare maniaci e freak control (che vuol dire persone che vogliono avere sempre tutto sotto controllo)
E’ sempre fondamentale mantenere una certa elasticità e flessibilità mentale. Tutto va fatto con equilibrio rispettando anche i tempi di adattamento, gli errori, le ricadute in vecchie abitudini inefficaci ecc. ecc.
Provate a trovare uno spazio libero per parlare ai vostri figli della vostra settimana e poi agganciatevi alla loro settimana, dicendo: “amore, questa settimana ci sono tante belle cose da fare, vorrei organizzarmi anche io per riuscire a farle tutte, facciamo un check di tutte le attività che abbiamo in programma?”
In questo modo potreste anche inserire lo spazio per lo studio. Mi raccomando non fate l’errore di dettare legge su quali siano i migliori orari di studio per i ragazzi. Voi potete dare dei consigli, ma se loro il primo pomeriggio non hanno le energie giuste e preferiscono studiare di più verso sera, dategli fiducia.
Fateli sperimentare, se si troveranno male saranno loro stessi a decidere di cambiare questa strategia. E se eviterete di dire “te l’avevo detto” loro si sentiranno liberi di confidarvi i loro errori di valutazione.
Ogni giorno, a fine giornata potreste, in maniera soft e, con tono e linguaggio del corpo calmo e pacato, ricapitolare velocemente cosa si farà il giorno dopo.
Ricordate: ogni cambiamento è un processo, bisogna essere pazienti, chi semina raccoglie, ma nessun frutto matura dalla sera alla mattina.
4° regola per motivare i ragazzi nello studio: non giudicateli mai, cercate di capire se la demotivazione ha ragioni nascoste più profonde.
La quarta regola è forse, invece, la prima da rispettare. La demotivazione dei ragazzi potrebbe dipendere da tanti fattori. Capire la causa significa anche trovare la soluzione.
Tocca a noi genitori essere attenti, vigili, presenti e in ascolto.
La prima cosa da fare quando un figlio inizia ad avere uno scarso rendimento o fa fatica a studiare e andare a scuola, è assicurarsi che dietro a questi risultati non ci siano motivi nascosti.
Quali potrebbero essere questi motivi nascosti?
Potrebbero essere cose più leggere (ma comunque per loro importanti) come ad esempio: litigi continui con i compagni di classe, piccolo episodi di esclusione, screzi avuti con la professoressa, incapacità di accettare una sconfitta.
Oppure potrebbero essere motivi più gravi: bullismo subito da compagni o da professori, incapacità di comprendere una o più materie e/o di memorizzare, disagi interiori legati all’accettazione di se stessi, problemi di relazione con amici o con l’altro sesso, problemi che ci sono in casa e che loro cercando di superare rifiutandosi di studiare per attirare l’attenzione.
Se invece hanno delle difficoltà reali di comprensione di una materia fate in modo di dargli il giusto supporto. Fategli fare delle ripetizioni, guidateli, prendete a cuore il loro disagio non lo svalorizzate (attenti anche a non dare troppo … i ragazzi a volte approfittano).
Insomma la motivazione ai figli si incrementa assumendo un atteggiamento attento ma responsabilizzante, inclusivo e anche flessibile.
I ragazzi non dovrebbero mai sentirsi puntare il dito contro, vedersi all’angolo costretti a fare in un modo oppure niente.
Pensate a loro come anime libere, cervelli brillanti che hanno solo bisogno di trovare la loro dimensione.
Ah dimenticavo, in ultimo ma non per importanza: la scuola non è tutto, un voto non definisce i nostri figli e per quanto lo studio sia fondamentale (soprattutto per loro stessi), bisogna che gli adolescenti vengano SEMPRE valorizzati nella loro interezza …questo sì che li motiverebbe tanto a sentirsi capaci anche in quelle attività, come lo studio, in cui potrebbero fare più fatica!
E tu come motivi tuoi figlio o tua figlia? Quali sono le tue strategia e/o le tue difficoltà?
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A presto
Nan Coosemans
Master Trainer in Family and Youth Development, autrice del libro “Quello che i ragazzi non dicono” ed. Sperling & Kupfer e “Adolescenti e quarantena”, mamma di tre figli (di cui due adolescenti). Lavora da oltre 20 anni nel mondo dello sviluppo personale.
Ha fondato Younite® nel 2010 e Genitori in Azione nel 2016, la prima scuola online per genitori con figli adolescenti.
Co-fondatrice dell’Associazione YADA e di YFDI (Youth & Family Development Institute), la prima scuola di formazione per diventare Family o Youth Coach in Italia.