Quante volte, ripercorrendo con la mente i ricordi di scuola, ci appaiono sempre per prime quelle stesse scene, piacevoli o spiacevoli, che ci hanno segnato?
Quante volte, pensando alla nostra infanzia, tra i ricordi impressi nella mente, ci sono sempre anche quelli di scuola? Di quella professoressa, di quel compagno di classe/banco? Di quella volta che abbiamo provato ansia o orgoglio?
La scuola è stata per noi genitori la seconda casa quando eravamo piccoli ed è per i nostri figli la seconda attuale casa. I professori sono gli adulti più influenti dopo di noi.
L’idea che abbiamo di noi stessi e l’idea che hanno di se stessi i nostri ragazzi viene fuori dalle opinioni di genitori e professori.
La scuola è quindi un grandissimo banco di prova, un’esperienza di vita in “super concentrato”, in seguito alla quale i nostri figli potrebbero diventare forti e coraggiosi e costruire la propria autostima oppure paurosi, fragili e molto insicuri.
Da cosa dipende l’effetto positivo o negativo della scuola?
Da una serie di fattori, andremo ad analizzarne i 3 più importanti e, per ogni fattore che potrebbe minare l’autostima dei nostri figli, vedremo cosa possiamo fare noi genitori.
1° fattore: il comportamento dei professori
Qualunque sia la scuola scelta e l’ambiente della classe, l’insegnante è colui/colei che detiene lo scettro. E’ l’adulto la cui opinione conta moltissimo e l’effetto delle sue parole riecheggia ben oltre le mura scolastiche e dura nel tempo ben oltre gli anni di vita scolastica.
Non possiamo avere tanta influenza sui professori, a volte capitano persone empatiche, appassionate e comprensive, altre volte capitano persone un po’ stanche di fare questo lavoro, un po’ troppo rigide con i ragazzi e chiuse di mentalità.
In questo secondo caso, il loro impatto sull’autostima dei ragazzi può essere veramente deleterio.
Cosa possiamo fare noi genitori: i genitori possono e “devono” sempre avere il quadro completo della situazione, essere sempre attenti ai segnali che i ragazzi lanciano, conoscere i professori partecipando agli incontri e confrontarsi con gli altri genitori.
Bisogna capire quanto di quella situazione dipende dai nostri figli e quanto dai professori.
Se un professore mina l’autostima dei nostri figli e non è possibile “cambiare” il professore, possiamo però guidare i nostri figli a cambiare atteggiamento e modo di reagire. Ad esempio insegnandogli che il professore è un essere umano con lati positivi e negativi e con una sua storia alle spalle, che non è tutto oro quello che dice e che a volte nella vita bisogna “purtroppo” confrontarsi con personaggi che non sono proprio incoraggianti.
Magari raccontategli di qualche vostra esperienza personale e di come l’avete superata. Aiutate i ragazzi a prenderla anche maggiormente alla leggera e ad assumersi comunque le loro responsabilità.
Un’altra soluzione potrebbe anche essere quella di fargli conoscere professori diversi, extrascolastici che invece credono in loro e che gli mostrano che non tutti gli insegnanti sono così.
Ovviamente se la situazione diventa insostenibile non abbiate timore a valutare provvedimenti diversi come cambiare scuola o parlare con la preside.
2° fattore: la difficoltà della scuola scelta
Spesso, soprattutto quando si passa alle scuole superiori, ci si ritrova a dover fare i conti con un livello di studio molto più difficoltoso rispetto a quello delle medie.
E’ durante questo cambio che l’autostima dei ragazzi può essere minata, non dai professori, ma dalle difficoltà riscontrate.
Il carico di studio aumenta, i ragazzi mettono in dubbio se stessi e la scelta fatta e quindi parte quello scoraggiamento, spesso affrontato con crisi di ansia e nervosismo.
Il problema dello scoraggiarsi a scuola è che, questo fenomeno assomiglia un po’ ad una macchia d’olio, si allarga anche altri ambiti della vita e porta i nostri ragazzi a sentirsi “da meno” e/o a sentirsi “incapaci” anche in altri ambiti.
Due sono le strade da percorre in questi casi:
- se i ragazzi manifestano diversi dubbi sull’istituto scelto, si può ri-analizzare la scelta fatta e prendere in considerazione un cambiamento di scuola
- se i ragazzi si dimostrano sicuri della scelta fatta, allora bisogna guidarli nel fare questo cambiamento, rimboccarsi le maniche e lottare per le proprie scelte.
Cosa è importante che facciano i genitori di fronte o alla prima o alla seconda strada?
Se un figlio desidera cambiare scuola, non bisogna mettersi contro, ostacolarlo e o viverla come una sconfitta. E’ importante fare una buona valutazione a monte, non bisogna certo rischiare di dar conto a semplici “capricci”.
Se il figlio però pensa di dover cambiare, bisogna che i genitori stiano dalla sua parte e che lo rassicurano sul fatto di “non essere un incapace” ma anzi di essere forte e coraggioso/a e di aver avuto un’ottima capacità di autoanalisi.
Se un figlio invece si dimostra sicuro/a della scelta fatta, allora in quel caso il messaggio che i genitori possono passargli è il seguente:
“Hai fatto una scelta che rispecchiava le tue ambizioni e la tua natura e questo ti fa onore. Anche quando percorriamo la strada scelta da noi le difficoltà non mancano. Abituarsi ai ritmi della scuola superiore o all’idea di un livello di difficoltà che non ci aspettavamo, non è facile …ma questo non vuol dire che sia impossibile. Se questa è la scuola che desideri fare allora pensiamo a quale strategia possa supportarti nel farlo senza avere troppe ansie e senza succhiarti tutte le energie”
Voi siete con i vostri figli e non contro. Voi siete accanto a loro nella vita e non dall’altra parte di fronte a loro. Quando gli parlate, sedetevi accanto a loro, mettetevi comodi, create un’atmosfera di “lavoro in team” più che quella di un colloquio di lavoro o di un esame.
Proponeteli un aiuto, capite insieme un nuovo programma di studi, una nuova organizzazione, eliminate le attività che fanno solo perdere tempo. Imparate ad avere focus e disciplina. Se questo risulta difficile rivolgetevi a degli specialisti come coach o insegnanti extrascolastici.
3° fattore: i compagni di scuola
Alzi la mano chi ha avuto problemi con i compagni di scuola? Penso che la mano l’abbiano alzata tutti.
Il gruppi di compagni di classe è un campione perfettamente rappresentativo della società. Quindi si trova chi ci piace, chi non ci piace, chi è sincero, chi ha la doppia faccia, chi è competitivo e invidioso, chi invece ama il lavoro di squadra e supporta l’altro, chi pensa solo a studiare, chi condivide altre passioni ecc. ecc.
Il gruppo classe può essere scoraggiante ad esempio quando tutto il gruppo prende una direzione e/o un atteggiamento in cui i nostri figli non si rispecchiano. Essere la cosiddetta “pecora nera” ossia una voce stonata dal gruppo può davvero minare l’autostima dei nostri ragazzi che rischiano di sentirsi soli e sbagliati.
Una classe demotivante è, ad esempio, una classe in cui vige la regola “mors tua vita mea” una classe competitiva in cui i ragazzi vengono spinti da genitori e insegnanti a prevalere sugli altri.
La competizione sana non genera ansia ma ispirazione a migliorarsi.
Cosa può fare un genitore quando la classe è scoraggiante e mina l’autostima dei nostri adolescenti: insegnare ai propri figli ad essere un “Maverick”. Si avete capito bene, Maverick non era solo il soprannome del nostro pilota preferito, ma anche il termine inglese con cui venivano identificati i capi giovani capi di bestiame che non erano marchiati e che vivevano in condizioni di semi libertà. Con il tempo questo termine è passato ad indicare tutti coloro che sono anticonformisti e ribelli.
Se la vita ha posto i nostri figli davanti ad una classe di omologati è possibile che la lezione di vita che essi debbano apprendere è quella di imparare ad essere se stessi e a sbocciare come una pianta anche quando il terreno non è fertile.
Certo non tutti i ragazzi sono pronti a portare avanti questa battaglia e a volte sarà necessario prendere provvedimenti più severi (come cambiare scuola), ma la cosa importante è che ai ragazzi venga dato questo messaggio e che vengano lodati per non esser cambiati e non avere rinnegato le proprie posizioni solo per il volere di qualcun altro.
Certo è importante anche insegnare ai ragazzi a fare un po’ il gioco della società e ad accettare, a volte, ciò che viene stabilito dalla moltitudine. Alla fine vivranno sempre in gruppi e la capacità di tolleranza è altrettanto importante. La cosa che però non deve verificarsi è il cambiamento di identità, la tolleranza deve essere “tollerata” (scusate il gioco di parole) fino a quando non mina dei valori e principi fondamentali che definiscono la nostra persona.
Spero che questo blog abbia dato a voi genitori qualche strumento utile ad evitare che la scuola diventi un elemento depotenziante per la crescita sana dei nostri figli.
Se avete bisogno di un maggiore supporto contattate i professionisti di GO STUDENT oppure professionisti della crescita personale come i coach per adolescenti di YOUNITE.
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mamma, Family Coach, Youth Trainer e fondatrice di YOUNITE.