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Kerwin Bradshaw: il salto da uomo a padre

Kerwin Bradshaw
Nan Coosemans

In vista del weekend Famiglie in azione abbiamo fatto una lunga chiaccherata con Kerwin Bradshaw, formatore internazionale che fa un percorso principalmente sull’identità maschile catapultata al giorno d’oggi: l’uomo 2.0.

 

NAN COOSEMANS: Spiegami qual è il tuo lavoro, cosa fai e qual è la cosa più importante lavorando con gli uomini?

KERWIN BRADSHAW: Ho cominciato ad interessarmi allo sviluppo dell’identità maschile perchè ho visto, qui nella cultura olandese, che c’è un…potrei dire fallimento, una perdita cioè la mancanza di contatto che è la mancanza di contatto, quella reale connessione tra le persone.

Quindi, il lavoro che faccio ho cominciato all’inizio, tenendola semplice, io ero davvero ispirato riguardo il capire come gli uomini vengono iniziati e come vengono trattati, nella propria cultura, nella cultura occidentale, dai loro padri. E ce ne sono diversi, perché io provengo dalla cultura Hawaiana dove l’iniziazione per passare da ragazzo a uomo è una parte davvero importante.

E così ho visto che qui questo non accade nell’occidente.

Ho studiato la medicina orientale, ho trattato molte persone anche per capire cosa vuol dire quando le persone non riescono a relazionarsi tra di loro, né col corpo né tantomeno con l’anima e quando sono diventato più saggio ho semplicemente deciso di analizzare completamente al di sopra dei giovani uomini e dei vecchi padri e soprattutto i padri, perché quello che succede nei padri è che fai un salto da uomo a padre come dire...l’uomo 2.0.

Quello che succede in quel momento, quello che ho visto, è che quello che prendi come uomo da tuo padre dalla tua linea del passato, ovviamente si rispecchia nel modo in cui tratti tuo figlio.

NAN COOSEMANS: Nella tua educazione…

KERWIN BRADSHAW: Quello di cui c’è anche bisogno, è la buona volontà di essere “toccato” da tuo figlio e di sentirlo davvero. Ed essere toccato in un modo sensibilmente positivo che veramente fa crescere un uomo.

Questo non vuol dire l’uomo deve vivere la sua femminilità tutto il tempo. Noi tutti abbiamo un “uomo selvaggio” in noi. Noi tutti abbiamo questa forza veramente selvaggia. Che non è lo stesso potere che usiamo per iniziare una guerra e per sopprimere le donne.

Ma è un vero primordiale potere istintivo che ovviamente, quando tuo figlio nasce, questo potere istintivo viene sfidato, gli viene chiesto di confortare.

NAN COOSEMANS: Se dovessi parlare di quando tua figlia è nata, quale è stato il cambiamento per te quando sei diventato padre? Hai una bellissima ragazza di 24 anni giusto?

KERWIN BRADSHAW: Sì beh, molte cose sono cambiate. In realtà tutta la mia vita è cambiata.

Mi ricordo che dissi alla mia compagna di quel tempo, alla madre di mia figlia, che, proprio una settimana prima che Aloe nascesse, avevo proprio sentito che la vita che avevo dovevo lasciarla andare completamente. Tutte le cose che avevo nella mia mente, che avrei voluto fare, diciamo tutta la mia agenda avrei dovuto lasciarla andare, per essere pronto a farmi influenzare dalla nuova energia e per me questa era una cosa davvero coraggiosa perché avevo molti piani ambiziosi e ora posso dire che la mia vita cambiò nei 24 anni in modo veramente onesto in modo veramente – pausa riflessiva – sono diventato più leale con me stesso accettando la lealtà di mia figlia dandomi 24 anni di possibilità.

NAN COOSEMANS: Ok, quale è stata la parte più difficile per te soprattutto quando era un adolescente? Era difficile parlare con lei o quali erano le tue sensazioni di essere padre in quel momento? Era uno stile autoritario, oppure era tipo “Ehi, devi ascoltarmi”? Come hai gestito questo?

KERWIN BRADSHAW: Beh, ovviamente sono stato influenzato dalla mia educazione e la mia educazione è stata molto dritta. Provengo da una famiglia che è disfunzionale.

Così avevo questa idea di come avrebbe dovuto essere un padre ma non ho mai avuto un mentore che mi insegnasse come avrebbe dovuto essere.

Ho avuto solo degli esempi. Così ovviamente ho dovuto confrontarmi col fatto che “Ora devo essere padre“. Ma ogni volta che lo pensavo e che provavo a comportarmi come tale…qualcosa andava storto.

La distanza tra mia figlia e me, anche quando era davvero piccola, aumentava velocemente, allontanandoci molto. Così decisi che ogni cosa che volevo essere e che credevo avrei dovuto essere, avrei dovuto lasciarle andare.
Infatti, credo che un uomo capisce da solo quando lasciare andare i preconcetti con i quali è cresciuto. Quindi, ritornando alla tua domanda, qual è stata la cosa più difficile…è stata accettare veramente che lei prende le proprie decisioni, che io non agirò in un modo che non sia leale e congruente con me stesso e che dovevo esserci quando qualcosa poteva succedere.

Capisci? Non tutte le volte, ma dovevo essere sempre li e farle percepire che c’ero quando qualcosa succedeva con le sue decisioni.

E poi, la seconda domanda che mi hai fatto “Quindi cos’è la saggezza?”. Penso che, come padre, vuoi prendere le giuste decisioni, vuoi dare le giuste soluzioni, e questa è una cosa proprio da uomini. Ma credo, quello che ho imparato, che la saggezza ha più a che fare con l’onestà di non sapere, ma scoprirlo insieme. Ma rimanere nella propria energia, dicendo “Io sono qui e lo affronterò” e, ritornando all’uomo selvaggio, “Non ti preoccupare riguardo alle cose le risolveremo, ma lo faremo insieme”. Quindi le affronteremo insieme. Questo è un ottimo modo per legarsi.


Avere un figlio/a è amore e odio.
Riguarda entrambe le energie.


NAN COOSEMANS: Ma non è facile.

KERWIN BRADSHAW: Sai, come spesso dico, avere un figlio/a è amore e odio. Riguarda entrambe le energie. E poi, ovviamente, essendo umani facciamo distinzione tra amore e odio che in realtà non c’è. Ed è incredibilmente difficile, perché se sei capace di… se sei disposto a guardare te stesso e ad essere umile allora… sai potrebbe essere una cosa un po’ vergognosa, da lasciare andare.

NAN COOSEMANS: Quindi, tu eri insieme alla tua ex moglie, a quel tempo. Era difficile organizzare la vita di Aloe in quel periodo? …come con la figura maschile e la figura femminile, come è andata? Perché vediamo, specialmente con le madri e con i padri italiani, e anche olandesi ovviamente, non è sempre così facile, no? C’era una figura più forte tra voi due? Oppure no? Come è andata?

KERWIN BRADSHAW: Allora…questa è proprio un’ottima domanda, perché avevo 23 anni quando ho saputo che stavamo per diventare genitori, e non stavamo insieme da molto tempo quindi possiamo dire che non era per niente pianificato. Ma in realtà… lo è, a livello più “elevato” è pianificato. È così che funziona.

Ma ero davvero giovane. E non sapevo niente di uomini e donne…stavo cercando di capire chi ero io. E ho anche realizzato che…la mia compagna di quel tempo, anche se aveva 6 anni in più, lei aveva gli stessi problemi.

Capisci, questo è esattamente ciò che è successo. Non siamo cresciuti con l’armonia di essere un uomo o una donna. Quindi stavamo capendo che la difficoltà di tutto ciò è che quando il bambino arriva, ricercare te stesso va oltre il tuo bambino quindi potrebbe… come dire… costare armonia per il bambino.

NAN COOSEMANS: Stai dicendo che se stai cercando ancora te stesso allora è anche più difficile dare struttura al tuo bambino, qualcosa del genere?

KERWIN BRADSHAW: Sì, sì. Struttura, in un senso…e questo è un aspetto inconscio tu cerchi di trovare te stesso attraverso il bambino. Ma non con saggezza, non in modo consapevole. E questo potrebbe metterti davvero in una situazione veramente difficile perché ovviamente il bambino è un ribelle per natura.

Ma la tua domanda era “Cosa ho fatto”, quindi.. ho realizzato che sono un uomo e ho realizzato che la cosa più importante per me, in quanto uomo, significava struttura.

Significava che…Puoi dire che la libertà ha valore quando la struttura, dentro la libertà che puoi percepire, è davvero forte. E questo è quello che ho fatto con mia figlia quella struttura era li sin dall’inizio.

Guarda l’intervista di Kerwin Bradshaw
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NAN COOSEMANS: Parliamo ora di ciò che faremo durante il weekend. Quindi, faremo delle cose pratiche, andremo al circuito ci sarà da divertirsi con le auto e molto altro. Credo che…vivremo un weekend molto bello. Ma raccontaci un po’ di più sulle cose pratiche che farai con i padri.

KERWIN BRADSHAW: Beh, coi padri innanzitutto…voglio trattare i padri come uomini. Questo è il primo passo. Ok?!

Ci saranno anche i ragazzi, ma loro faranno altre cose. Voglio davvero parlare in merito a cosa pensi voglia dire essere un uomo. E c’è una struttura in questo, una struttura che voglio far sperimentare al pubblico che vuol dire che c’è un mentore più vecchio e uno più giovane.

Vorrei per esempio…metterli in coppia e farli parlare riguardo a: Cos’è che di solito prendi dal passato? Cos’è che ti ha fatto diventare l’uomo che sei? Voglio aiutare le persone ad iniziare davvero ad ascoltarsi reciprocamente. Perché questa è la prima cosa che abbiamo perso. Quindi, ovviamente, questa è una parte esperienziale. A me piace davvero mettere in movimento l’energia. Perché possiamo impostarlo nella mente ma questo è importante per gli uomini, è proprio il potere degli uomini.

Mettiamola così: vorrei che gli uomini andassero via da questo weekend sentendo e caricandosi della loro energia. Non essere più spaventati dalla loro energia, non essere più spaventati dal “potrei arrabbiarmi” quindi mi trattengo.

Voglio che diventino veramente consapevoli e che si sentano liberi di sentire ciò che fanno. Questo è importante perché i bambini capiscono quando il padre “recita” una parte. Ma, e questo è un qualcosa che non accettano, in realtà continuano a farlo e questo li mette molto a disagio nelle loro vite, nel prendere delle decisioni. Ma la cosa buffa è che i bambini rispettano davvero i loro padri perché, anche quando arrivano ad arrabbiarsi, è una “rabbia onesta”, è energia di rabbia e possono parlarne.

Quindi faremo due cose: torneremo veramente al tuo potere interiore come uomo e impareremo a parlare di questo, ad esprimerlo. Secondariamente, quello che faremo, sarà richiamare i ragazzi e, ovviamente i ragazzi non sono ancora padri o madri, quindi, come uomini, dobbiamo prendere ciò che abbiamo imparato e parlare con i bambini. E i ragazzi ascolteranno e poi daranno un feedback al padre. Se è vero, se sentono davvero il padre o no.
Questo è proprio confrontarsi sui diversi modi di insegnare.

Ma vi assicuro che questo vi aprirà un sacco di porte… che si possono utilizzare.

NAN COOSEMANS: Grazie Kerwin

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Nan Coosemans

Nan Coosemans

Fondatrice di Younite®, Family e Youth Coach, Autrice del libro “Quello che i ragazzi non dicono” ed. Sperling & Kupfer e mamma di 3 figli. Lavoro da oltre 20 anni nel mondo dello sviluppo personale. Ho fondato Younite® nel 2010 e Genitori in Azione nel 2016, la prima scuola online per genitori con adolescenti. Ho studiato vari anni in America, Olanda e Inghilterra integrando il lavoro sviluppato con con NLP, TLT, VT® e Family Therapist. Insieme alla squadra di Younite® ho lavorato con migliaia di ragazzi e famiglie in Olanda & Italia. Sono co-fondatrice dell'Accademia YADA, la prima scuola di formazione per diventare Family o Youth Coach in Italia

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