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Spazio emotivo: che cos’è e perché è importante per i nostri figli adolescenti

Spazio-Emotivo
Elena Flammia

Quante volte vi sarà capitato di trovarvi di fronte a vostro figlio che, in preda ad un momento di rabbia, sbatte la porta e si chiude in camera? Oppure che, in un momento di sconforto scoppia a piangere? O semplicemente che si sente frustrato perché si trova ad affrontare una sfida che apparentemente è più grande di lui? 

A me, che sono mamma di un ragazzo di 12 anni, ultimamente succede molto spesso. 

In quei momenti è difficile, da genitore, rimanere lucidi: il primo istinto è quello di correre in aiuto dei nostri figli, di risolvere la situazione anche in fretta ed è normale che sia così. Il nostro primo intento è proteggerli, soccorrerli, offrirgli soluzioni, tendergli sempre una mano dando consigli su come NOI affronteremo la situazione. 

Ma vi siete mai soffermati a pensare cosa sia davvero utile per loro? Cosa potrebbe davvero essergli d’aiuto in quel meraviglioso viaggio che è il diventare grandi? Come potranno diventare adulti, imparare a cavarsela da soli e a sviluppare una certa Indipendenza emotiva se qualcuno lo fa sempre al posto loro?

Come tutti noi anche i nostri ragazzi si trovano ad affrontare ogni giorno cambiamenti, sfide e giornate no, la differenza è che in preadolescenza e in adolescenza le emozioni hanno tinte più forti e loro spesso si sentono sopraffatti, non sanno ancora quali significati attribuirgli, molte volte non comprendono nemmeno perché le provano e quali messaggi il corpo, il cuore e la mente stanno cercando di comunicargli attraverso di esse. Come per tutte le cose nuove da apprendere, i ragazzi hanno bisogno di qualcuno che li guidi attraverso un territorio a loro sconosciuto e di uno ‘spazio’ di allenamento all’interno del quale avanzare per prove ed errori potendo sbagliare e riprovare. In questo senso è importante che noi genitori impariamo a lasciare ai nostri figli lo spazio emotivo di cui hanno bisogno, inteso come un tempo in cui lasciamo loro la libertà di vivere appieno ciò che sentono senza intervenire e sforzandoci di non giudicare. 

Osserviamo i nostri figli e restiamo semplicemente in ascolto, facendogli capire che vediamo e comprendiamo quello che sentono, magari con una frase del tipo “capisco che tu ti senta molto arrabbiato, triste o nervoso per…”. 

Assicuriamoci che abbiano la libertà di vivere le loro emozioni, che urlino o sbattano porte se sono arrabbiati, che piangano se sono tristi, che si isolino se vogliono stare da soli. Impariamo a prendere un po’ di distanza e a rispettare i loro bisogni, diamo loro il tempo e lo spazio per vivere pienamente le loro emozioni senza negarle, senza cercare di eliminarle il prima possibile, perché possano prenderci confidenza, perché non ne abbiano paura e perché non si vergognino mai di quello che sentono.

Per fare ciò è fondamentale che questo permesso lo diamo prima di tutto a noi stessi accettando anche il senso di impotenza e di tristezza che sentiamo quando ci troviamo di fronte a un figlio che sta soffrendo e a cui vorremmo dare la NOSTRA soluzione.

Quando la ‘bufera emotiva’ si sarà placata, in un momento più sereno potremmo riprendere il discorso chiedendo a loro se hanno voglia di parlarne, come si sentono rispetto a quello che è successo, eventualmente come hanno pensato di affrontare la situazione o se hanno bisogno del nostro aiuto. Questo per mostrargli la strada ma senza percorrerla al loro posto.

Avere uno spazio emotivo all’interno del quale potere semplicemente essere se stessi, esprimere le proprie emozioni e cercare le proprie soluzioni risulta di vitale importanza sia per lo sviluppo psichico-emotivo dei ragazzi che per lo sviluppo fisico-corporeo dei nostri figli.

Avete presente il pesce rosso?

Il pesce rosso cresce in base allo spazio vitale in cui si trova: se lo spazio è piccolo sarà di dimensioni ridotte e anche la sua vitalità e i suoi movimenti saranno limitati, se lo spazio aumenta può raggiungere grandi dimensioni e notevoli livelli di vitalità. 

La stessa cosa funziona con i ragazzi …più spazio hanno di esprimere se stessi, le loro emozioni, le loro passioni e i lori bisogni e più probabilità ci sarà che diventeranno adulti vitali, felici e realizzati.




Elena Flammia

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