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Chirurgia estetica sotto i 18 anni è allarme!

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Picture of Nan Coosemans

A spingere i ragazzi a “rimuovere i difetti” sono i genitori: ecco i danni emotivi permanenti che fanno ai propri figli.

Parte dal Dott. Daniele Spirito, uno specialista di chirurgia estetica del reparto di Roma, l’allarme riguardante il numero troppo alto di minori che ricorrono alla chirurgia estetica per cambiare parti del proprio viso o del proprio corpo. 

La cosa che più mi ha lasciato sgomenta è stata però che, ad invogliare i ragazzi a ricorrere alla chirurgia estetica, sono stati proprio i genitori e (ahimè) spesso proprio le mamme!

Ringrazio il Dott. Spirito per aver acceso i riflettori (o meglio dire le sirene) su questa situazione ed essersi così reso parte attiva di un cambiamento etico che sarebbe fondamentale attuare sia nella famiglia, che a scuola che nella società. 

Molto spesso, infatti, i ragazzi che ricorrono alla chirurgia estetica sono stati vittima di bullismo, sottolinea il Dott. Spirito, ed in seguito a questo episodio si pensa che la migliore soluzione sia rimuovere quel difetto fisico che non viene accettato dagli altri. 

In qualità di coach per adolescenti e di Family Therapist per famiglie, vorrei sottolineare quanto sbagliato e grave sia spingere i propri figli verso la rimozione di quei tratti di se stessi e in questo articolo ne spiego.

Un consiglio del genere, che arriva dalla famiglia, è un messaggio chiaro per il ragazzi: 

“Gli altri hanno ragione, TU NON VAI BENE COSI’, il tuo aspetto è motivo di vergogna e va rimosso. Una volta rimosso il difetto potrai vivere una vita felice.”  (RILEGGI DI NUOVO E LENTAMENTE!)

Come ti sentiresti se qualcuno ti dicesse queste parole? Se quel qualcuno fosse proprio tua madre. La persona che dovrebbe proteggerti e che dovrebbe farti sentire invincibile e perfetto per come sei? 

Nessuna vita felice aspetta i ragazzi post chirurgia, ma solo una vita piena di insicurezze, insoddisfazioni e spesso anche rimorsi (operarsi a 16 anni ha un altissimo rischio che ci si penta di quell’operazione quando si diventa adulti). 

Come può agire un genitore davanti ad episodi di bullismo che denigrano l’aspetto fisico dei ragazzi?

 “Mamma mi prendono in giro per il mio naso”

“Amore mi dispiace tanto, non preoccuparti, queste cose si possono cambiare, oggi con la chirurgia si fa tutto e non dovrai più fare i conti con questo difetto fisico” 

Un genitore che risponde così è in primis una persona che NON è capace di accettare se stessa, che non è capace di essere forte e che è vittima della società

Posso comprendere che un genitore stia male nel vedere i propri figli soffrire. 

Posso comprendere che un genitore sia tentato di offrire una soluzione immediata che possa “eliminare quel male” in quel momento. 

Ma vorrei invitare i genitori a riflettere sul fatto che nel cercare di eliminare un male ne stanno creando uno ancora maggiore. I danni emotivi per i ragazzi potrebbero essere anche irreparabili. 

Su questo argomento sono molto seria e ferma nella mia posizione. 

Dire ad un ragazzo di assecondare le critiche degli altri e di “uniformarsi” alla società per non riceverne il giudizio, significa fare in modo che quell’adolescente diventi un adulto debole, condizionabile, incapace di reagire alle situazioni, privo di autostima e per questo in balia degli altri. 

Ogni azione di un genitore è un seme. Un seme che può dare buoni frutti o frutti velenosi.

Il genitore è la persona che dovrebbe insegnare ai ragazzi ad essere forti, a considerare se stessi “giusti così come sono” e a prendere il giudizio degli altri “con le pinze”.

La cosa giusta da fare in questi casi è insegnare ai ragazzi a riconoscere il bullismo e a reagire nel giusto modo

Il giudizio discriminante un compagno è a tutti gli effetti Bullismo. 

Il Bulli sono persone dietro le cui azioni c’è una storia, hanno subito lo stesso trattamento e/o vivono situazioni difficili nella loro vita

Da quel momento portano con sé debolezze, insicurezze e/o traumi e dolori e, per mascherare queste emozioni, e stati d’animo si sfogano con altre persone, oppure per non sentire il dolore vogliono far male agli altri anche se spesso non c’è neanche una ragione personale. 

Nel caso in cui viene preso di mira un difetto estetico nell’80% delle volte si nota che a muovere l’azione denigratoria sia proprio l’invidia.

Un genitore dovrebbe prendere una torcia e illuminare il cammino del proprio figlio, come? 

Ribaltando completamente la situazione e ponendo lui o lei nella posizione di assoluta superiorità rispetto al bullo. 

Superiorità non significa arroganza ma “comprensione della debolezza dell’altro”.  

Un ragazzo che comprende che il bullo vive una grossa situazione di disagio non guarderà più quella persona come “onnipotente” ma imparerà a scrutarla e a vederne in effetti tutti i lati di debolezza. 

Un genitore dovrebbe far sentire il proprio figlio addirittura privilegiato rispetto al bullo: perché spesso i ragazzi presi di mira vengono invidiati per essere più bravi a scuola, più simpatici a tutti, più “bravi”!  E’ importante che gli si spieghi anche questo lato della medaglia.

Il Bullo invidia ciò che non riesce ad avere, è una persona che per sentirsi bene e superiore agli altri deve cercare per forza negli altri difetti, perché, poverino non riesce a trovare pregi né in se stesso/a né negli altri: ecco cosa un genitore dovrebbe dire ai propri figli.

Ogni caratteristica del proprio corpo rende unici e per questo speciali. Il valore di una persona non si misura dal suo aspetto fisico, ne dà un voto a scuola, il valore di una persona è dato alla nascita, è infinito e niente e nessuno può sminuirlo.

Il ragazzo bullizzato deve comunque essere aiutato anche in maniera concreta, è inaccettabile che continui ad essere vittima di questi comportamenti. Per tale motivo bisognerebbe poi parlare con i professori affinché agiscano con il bullo in questione per supportarlo e guidarlo nel diventare una persona migliore (cosa che ancora non esiste nella società italiana)

Cosa possono fare scuola e famiglie per mettere fine ad eventuali episodi di bullismo?

L’altro giorno ho visto il tik tok di un ragazzino spagnolo che avrà avuto 14 anni e che forse aveva assistito a diversi casi di bullismo.

Il ragazzino diceva: “quando un ragazzo viene bullizzato è lui a lasciare la scuola e non il bullo. E’ quel ragazzo o ragazza a dover cambiare tutto e andarsene, quasi come se stesse pagando una punizione, e questo non è giusto!” 

Quel ragazzo aveva ragione al 100%. In questa società le cose vanno al contrario!

Come coach io mi sentirei anche di dire che la soluzione non sarebbe mandare via il bullo ma anzi tenerlo e guidarlo verso una crescita emotiva e verso la risoluzione dei suoi disagi. 

La scuola potrebbe prevedere sistemi di “assistenza” per alunni che si comportano in questo modo. Percorsi in cui agiscono più figure specializzate che, invece di aumentare l’odio di questo ragazzo o ragazza verso il mondo esterno, contribuiscano a fargli cambiare atteggiamento. 

E’ un po’ come nei film americani in cui se non fai i compiti resti 1 ora in più dopo scuola a riordinare una classe o a fare un compito extra. 

In questo caso i ragazzi invece frequenterebbero fuori o dentro scuola un corso in cui si impara l’accettazione, il perdono l’empatia e la consapevolezza dei propri errori. 

Se il mondo va al contrario, la casa deve essere rifugio sicuro e giusto per i ragazzi

In questo mondo un po’ malato dove spesso prevale la mercificazione del corpo, dove un paio di gambe toniche o di addominali scolpiti valgono più della gentilezza, del coraggio e della compassione, la propria casa per i ragazzi DEVE essere il posto dove TUTTO è giusto.

Un posto in cui l’amore trionfa su ogni cosa, amore come forma di accettazione e non giudizio dell’altro. 

La mamma e il papà hanno il ruolo di guidare i propri figli a riconoscere l’ingiustizia al di fuori dell’ambiente familiare e a NON diventarne vittime  ma a saperla gestire con superiorità e compassione verso gli altri. 

Come sembra adesso questa soluzione rispetto a: “Certo, tesoro, possiamo andare dal chirurgo, ci sono mille modi per correggere quel naso”. 

Che poi una persona senza quel naso, senza quelle curve, senza quei capelli chi è? Perché deve piegarsi ad assomigliare a qualcun altro? Chi ha deciso che quel qualcun altro sia migliore? 

Se tuoi figlio o tua figlia tornano a casa piangendo perché vengono presi in giro insegna loro a ribaltare completamente la situazione, a mettersi il mantello da eroi e a salvare se stessi e gli altri. 

Spero che questo articolo sia stato un buono spunto di riflessione per genitori e formatori rispetto a come, secondo la mia esperienza ormai di più di 15 anni, bisognerebbe agire in situazioni del genere. 

Tuo figlio o tua figlia hanno subito episodi di bullismo o pensi che abbiano bisogno di fortificare la propria autostima?

Falli partecipare ad uno dei nostri weekend o camp di crescita personale per adolescenti dai 9 ai 21 anni, i nostri coach certificati guidano i ragazzi nel comprendere i propri talenti, nel valorizzarsi e nel saper reagire nella maniera più giusta ad un bullo, nel porsi i propri obiettivi e raggiungerli con successo. Tutto in un clima di gioco, divertimento e sfida!

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Nan Coosemans

Fondatrice di Younite®, Family e Youth Coach, Autrice del libro “Quello che i ragazzi non dicono” ed. Sperling & Kupfer e mamma di 3 figli. Lavoro da oltre 20 anni nel mondo dello sviluppo personale. Ho fondato Younite® nel 2010 e Genitori in Azione nel 2016, la prima scuola online per genitori con adolescenti. Ho studiato vari anni in America, Olanda e Inghilterra integrando il lavoro sviluppato con con NLP, TLT, VT® e Family Therapist. Insieme alla squadra di Younite® ho lavorato con migliaia di ragazzi e famiglie in Olanda & Italia. Sono co-fondatrice dell'Accademia YADA, la prima scuola di formazione per diventare Family o Youth Coach in Italia

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