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Paghetta ai figli: come è meglio gestire il denaro settimanale?

Paghetta-figli
Nan Coosemans

“Mamma mi servono i soldi per comprare il regalo a xxx”, “Papà, mi dai 20€ devo andare al cinema”, “Mamma vado a farmi una pizza con le mie amiche, mi dai i soldi?”

Tutti i genitori, si sentono avanzare queste richieste almeno una volta ogni due giorni e, vi assicuro che, in qualità di coach per famiglie, tutti i genitori si chiedono come fare per gestire le paghette dei figli.

Nel prendere una decisione si pensa solitamente a 2 obiettivi: assicurarsi di non dare troppo né troppo poco, educare i ragazzi al valore del denaro.

Il valore del denaro all’interno della famiglia e della società

Prima di parlare di paghette settimanali, ritengo sia necessario soffermarci sul chiarire il valore di denaro per la famiglia.

Ne abbiamo parlato anche durante il nostro evento annuale “Famiglie in azione” e ne parleremo ancora sia ai ragazzi che seguiamo, sia ai genitori.

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Il denaro viene visto e vissuto dalle persone in 3 modi diversi a seconda del contesto socio-culturale-familiare in cui si è vissuti:

1) Il denaro è sporco, è dei ricchi, è un bene materiale e allontana dallo spirito

2) Il denaro è l’obiettivo da raggiungere, il denaro è ciò che rende felici e all’altezza perché compra oggetti di valore e risolve i problemi

3) Il denaro è un mezzo con cui creare la realtà che desidero, con cui realizzare i miei desideri aiutando me stesso e gli altri. Il denaro che posseggo rispecchia anche il mio livello di ambizione

Credo abbiate percepito che, secondo me, la visione più sana del denaro ed anche quella che ho io per me stessa e con i miei figli, è la numero 3.

A seconda di come noi genitori percepiamo il denaro i nostri figli lo percepiranno per buona parte della loro vita.

Invito quindi, i genitori che leggono, a fare un’analisi di come loro stessi vivono il denaro: è sempre un problema? E’ una risorsa? Ne vorresti guadagnare di più o va bene così? lo ritieni un ostacolo o uno strumento?

Ogni genitore dovrebbe in primis partire da queste considerazioni che gli permetteranno di capire meglio come mai ha utilizzato un certo modello educativo finanziario con i suoi figli fino a questo momento.

Detto questo, passiamo a parlare di cose più pratiche. Le richiestissime paghette settimanali.

Paghetta settimanale perché quello che si dice e legge in giro secondo me non è del tutto valido?

Se si digita “paghetta settimanale” su Google, vengono fuori una serie di articoli in cui si specifica quanto denaro elargire, a che età, se scegliere un pagamento settimanale e/o mensile ecc. ecc. .

Si danno una serie di dettagli che secondo me NON sono e non possono essere applicati in maniera indiscriminata in ogni famiglia.

Ogni famiglia dovrà fare un ragionamento tutto suo e considerare una serie di fattori per stabilire l’ammontare e la cadenza della paghetta.

Li vedremo subito sotto, nel frattempo però vorrei anche approfondire un argomento molto diffuso: chi può e chi non può.

Genitori che possono e genitori che non possono: per chi è più facile gestire finanziariamente la famiglia?

Una volta un mio amico molto benestante mi disse, riferendosi alle richieste economiche della figlia: “Il problema di quando li hai è che DEVI imparare a dire di NO, perché quando non li hai alla fine c’è poco da ragionare, non li hai!”

Ciò che penso è che la gestione finanziaria non sia facile né per chi li ha né per chi li non li ha.

Il genitore con più risorse economiche dovrà imparare a NON dare troppo e a trasmettere un valore sano del denaro ai propri figli.

NB: ricordate che è importante insegnare ai ragazzi a desiderare le cose. Il vostro lavoro è accendere in loro il fuoco dell’ambizione. Il loro successo personale dipenderà anche da quanto gli avete reso la vita facile o sfidante!

Il genitore con meno risorse economiche dovrà apprendere come non rendere il denaro un “problema”, come far sentire comunque i propri figli al “sicuro” economica parlando, come parlare loro con sincerità e giustizia.

NB: ricordate che la sicurezza economica NON dipende da quanti soldi entrano al mese, ma da quanto i genitori siano bravi a gestirli. Un genitore che al 20 del mese è al rosso dovrà cambiare il proprio metodo di gestione del denaro.

L’obiettivo comune è quello di insegnare ai ragazzi a non disprezzare il denaro ma anche a non dargli più importanza della salute o del rispetto, a spendere il proprio denaro per raggiungere i propri obiettivi (che siano anche di piacere, perché no?), a capire che il denaro è un mezzo che viene e che va e che, con la giusta conoscenza, si può decidere di guadagnarne di più e/o di meno, di conservarlo, di investirlo.

Si può partire anche dal piccolo, vediamo quindi COME CALCOLARE LA PAGHETTA DEI FIGLI.

Fattori chiave da considerare per stabilire l’ammontare e la cadenza della paghetta.

Prima di iniziare so che vi state chiedendo a che età è giusto dare la paghetta, io credo che l’età giusta sia quella in cui i ragazzi iniziano a chiedere soldi per fare attività autonoma da noi o comprare cose in autonomia e in cui hanno la capacità di NON perdere i soldi o regalarli a qualcuno per strada (si scherza eheh, mica tanto).

STEP 1 – si parte dall’analisi

Quante richieste ricevo dai miei figli in una settimana? Quanto spendo orientativamente al mese?  Per completare questo Step c’è bisogno di tracciare almeno per un mese su un foglio Excel tutte le spese che sostenete.

E’ importante partire da un quadro realistico della situazione, la valutazione a “sentimento” soprattutto per quanto riguarda i soldi è quasi sempre SBAGLIATA!.

STEP 2 – suddivisione delle spese

Quante delle spese sopra elencate:

Sono spese obbligatorie (materiale scuola, regali di compleanno, rette, bolletta telefono, scarpe e vestiti necessari, rette sportive)

Sono spese non obbligatore (pizza con gli amici, vestito capriccio, estetista, gioco play station)

Si calcola il totale di entrambe le tipologie di spese.

Le prime sono spese dalle quali non possiamo esimerci, le seconde sono spese che noi riteniamo extra ma che per i ragazzi sono prioritarie.

Provate a domandare ad un ragazzo o una ragazza cosa preferiscono tra un I-PHONE ultimo modello o una giacca calda per l’inverno. Sicuramente vi risponderanno di volere il telefono eheheh.

STEP 3- valutare le reali possibilità economiche

Quali sono le mie entrate mensili? Quanto viene allocato per le spese  dei figli, per la casa, per lo svago?

(Se non avete voi stessi un piano …come pretendete di averlo per i vostri figli?)

Sto spendendo molto, poco o il giusto per i figli?  

Diciamo che, come dicevano i latini “In medio stat virtus” la virtù sta nel mezzo. Sia che ne abbiate tanti, sia che ne abbiate il giusto, regolatevi su una misura che secondo via sia giusta per lo stile di vita che conduce la vostra famiglia.

Per qualcuno 20€ a settimana sono giusti e per altri pochissimi, il focus qui non è la quantità ma la modalità in cui si prende questa decisione.

STEP 4 – Decisione della somma da elargire

Una volta capito se si sta spendendo seguendo realisticamente e proprie capacità economiche, allora si può passare a calcolare due tipi di budget.

Budget spese obbligatore: rientrano le spese che i ragazzi devono fare come materiale della scuola, regali di compleanno, vestiti necessari, spese mediche eventuali.

Budget per spese non obbligatore: rientrano il cappellino alla moda, la pizza con gli amici, il cinema, l’estetista per le unghie (che costano dai 50€ in su), il gioco della play, l’agenda alla moda.

STEP 5 – Parlare con i ragazzi per coinvolgerli

Una volta che avete fatto, da soli, questi conti, coinvolgete i ragazzi nello Step finale, chiedete loro cosa ne pensano di questo ragionamento. Voi già sapete qual è il budget in cui, più o meno, bisogna muoversi, avete già fissato una prima asticella.

Ascoltate il loro parere e ditegli “Cosa ne pensi se proviamo a gestirci così? Ti sembra un metodo giusto? C’è qualche spesa che non ho considerato?”

Questo passo è indispensabile per responsabilizzare i ragazzi, farli sentire ascoltati, coinvolti e anche importanti nelle decisioni.

Parlategli anche del fatto che farete un tempo di prova e che per questo tempo di prova se i soldi finiscono non sarà possibile averne altri ma che dopo potrete e dovrete parlarvi nuovamente per capire cosa è andato bene e cosa è andato male, se i soldi sono stati sufficienti, se la gestione è stata saggia oppure no.

La paghetta come strumento educativo per i figli: PRO & CONTRO

La paghetta, aldilà delle spese che deve coprire è, secondo me, uno strumento educativo molto valido. Non solo per capire come gestire i soldi, come conservarli ecce cc ma anche per capire CHI SIAMO E COSA VOGLIAMO DAVVERO.

Adesso vi dico perché.

Il primo PRO della paghetta è rappresentato dal limite di denaro. Avere un limite di denaro è fondamentale affinché i ragazzi imparino a capire e sentire (anche sbagliando) cosa davvero conti per loro.

Se una settimana ricevono 2 inviti uno a mangiare la pizza con gli amici del cuore e uno in discoteca con nuovi amici… allora i ragazzi dovranno già scegliere cosa conti per loro. Cosa li renderebbe felici: essere tranquilli con gli amici di sempre o scoprire nuovi mondi e persone?

Nessuna scelta è sbagliata, sono tutte giuste perché gli permetteranno di capire COSA GLI PIACE E COSA NON GLI PIACE.

Il primo CONTRO della paghetta è che purtroppo sarà anche motivo di litigi quando i ragazzi si troveranno davanti alla costrizione di fare una scelta: “ma io voglio andare a mangiare la pizza e anche a ballare il giorno dopo! Capita solo questa volta, è importante, non voglio rinunciare, NON E’ GIUSTO!”

In quel momento dovrete innanzitutto accettare e sopportare di dover discutere con loro poi dovrete fare delle valutazioni. Concedo a mio figlio/mia figlia questa eccezione?

CONSIGLIO UTILE: quando programmate il budget spese obbligatorie e NON obbligatorie, calcolate anche il numero di eccezioni possibili al mese.  

Spero che questo articolo vi sia stato utile a capire che NON esiste una paghetta standard da dare ai figli e che non esiste un’età ideale. Ogni famiglia dovrà fare le sue considerazioni in base alle proprie disponibilità, alle richieste e al livello di maturità dei figli e al life style condotto fino a quel momento.

La paghetta è uno strumento educativo che può utilizzare sia per chi naviga nel benessere sia chi ha risorse appena sufficienti.

Ciò che conta non è quanto ma COME viene percepito, speso, conservato, investito il denaro.

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Nan Coosemans

Nan Coosemans

Fondatrice di Younite®, Family e Youth Coach, Autrice del libro “Quello che i ragazzi non dicono” ed. Sperling & Kupfer e mamma di 3 figli. Lavoro da oltre 20 anni nel mondo dello sviluppo personale. Ho fondato Younite® nel 2010 e Genitori in Azione nel 2016, la prima scuola online per genitori con adolescenti. Ho studiato vari anni in America, Olanda e Inghilterra integrando il lavoro sviluppato con con NLP, TLT, VT® e Family Therapist. Insieme alla squadra di Younite® ho lavorato con migliaia di ragazzi e famiglie in Olanda & Italia. Sono co-fondatrice dell'Accademia YADA, la prima scuola di formazione per diventare Family o Youth Coach in Italia

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