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Adolescenti e covid: cosa è cambiato in loro?

Adolescenti
Nan Coosemans

Adolescenti e Covid

Oggi come oggi siamo in un periodo con meno restrizioni, le mascherine vengono tolte (a parte dentro le scuole) e non c’è più la richiesta del green pass.

Vediamo la fine del tunnel o l’inizio?

Cosa hanno vissuto i ragazzi e soprattutto che tipo di conseguenze si sono ripercosse su di loro?

Nel nostro lavoro, negli ultimi 2 anni, abbiamo visto e vissuto dei cambiamenti grossi nei ragazzi che, non dipendono solo dall’adolescenza, ma proprio da come è stata gestita la pandemia.

Più depressione, aggressività, più menefreghismo, più ricerca di affetto, più disturbi alimentari etc. etc.

E’ fondamentale che genitori e formatori siano preparati e consapevoli riguardo a ciò che sta succedendo ai ragazzi.

Per tale motivo ho deciso di scrivere questo articolo in cui, dopo aver visto e conosciuto decine e decine di adolescenti e genitori tra il 2020 e il 2022, elenco quelli che sono i 4 principali cambiamenti causati dalla pandemia sugli adolescenti (e non solo!).

1.Mancanza di relazioni vere

Nella fase dell’adolescenza i ragazzi hanno la grande necessità di scoprire il mondo, fare amicizie nuove e vivere le prime relazioni affettive.

Purtroppo a causa della chiusura questo non è stato possibile ad eccezione delle relazioni virtuali. Quindi oggi relazionarsi non è facile. Non bisognaaspettarsi ne pretendere che i ragazzi siano “naturalmente” propensi a conoscere nuove persone e a inserirsi in gruppi sportivi in maniera spontanea e senza sentirsi a disagio.

Moltissimi sono i genitori che mi hanno scritto in questi due anni:

“mio figlio/mia figlia si sono chiusi in casa, hanno lasciato la scuola, non vogliono più continuare con lo sport, vogliono solo stare al cellulare o giocare ai video games.”

Purtroppo la nuova problematica del 2022 è questa e, genitori e formatori, devono armarsi di pazienza, formarsi il più possibile e affrontare questa nuova realtà con consapevolezza e coraggio.

Non si possono colpevolizzare i ragazzi, non si può puntare il dito sempre di loro, adesso bisogna supportarli più che mai perché questi atteggiamenti di chiusura sono un forte grido di aiuto al quale, in qualità di adulti, abbiamo il dovere di rispondere.

2.Non poter vivere i momenti importanti della loro vita

Il 18 esimo, l’esame di maturità, i 100 giorni, le feste della fine delle medieetc. etc., quanti ragazzi hanno trascorso queste importanti ricorrenze a casa? E le gite scolastiche? I viaggi con i compagni?

Per noi adulti è facile dire “va bene hai tutta la vita davanti ti rifarai” ma per loro “tutta la vita” è questa, tutto il loro mondo è questo: i compagni, la scuola e i loro anni migliori.

Durante questi due anni abbiamo constatato che i ragazzi sono perfettamente consapevoli di ciò e che, spesso, nutrono una profonda tristezza verso la vita che in questo momento gli ha tolto la possibilità di vivere con spensieratezza e libertà gli anni che non torneranno più.

Con questo non voglio dire che noi adulti dobbiamo porre l’accento su questo aspetto enfatizzandolo di continuo, questo sarebbe controproducente perché non aiuterebbe i ragazzi a superare questo trauma.

La cosa più saggia da fare però sarebbe quella di non sottovalutare questo sentimento dei ragazzi, di tenerlo presente e di fare di tutto affinché vivano al meglio il presente e abbiano gli strumenti giusti per superare il passato.

C’è bisogno che i ragazzi imparino a capire che alcune cose non si possono controllare nella vita e che però possono controllare la loro reazione a ciò che succede.

Posso affermare che questo sia il grande insegnamento che dovremmo tutti trarre da questi due terribili anni.

Anche perché nella vita è sempre così: quando capita qualcosa di brutto l’unica strada per superarlo è quella di tirarne fuori un insegnamento e farlo proprio.

3.La mancanza di motivazione e concentrazione scolastica

L’Italia è stato il paese in Europa con più ore di DAD ((didattica a distanza) in confronto agli altri Paesi.

La DAD ha portato ad una mancanza di motivazione, essendo dentro casa e davanti il computer per ore, senza poter parlare e/o incontrare i compagni di classe nei corridoi.

La didattica a distanza fatta in maniera così prolungata ha portato ad una difficoltà di concentrazione e fatica di studiare, nei momenti più importanti per il loro futuro scolastico.

L’umano impara e vive attraverso le esperienze sensoriali, che coinvolgono tutti i sensi e non solo vista e udito come avviene nell’interazione virtuale. Molti ragazzi, inoltre, hanno modalità di apprendimento che già normalmente richiedono più dinamicità, nel senso che hanno bisogno di alternare lo studio a momenti di svago, di sport o di socializzazione. Figuriamoci il loro stato d’animo quando sono stati rinchiusi dentro una stanza per mesi senza mai poter stemperare l’ansia e la “noia” con attività diverse.

Oltre a questo, dobbiamo considerare una grossissima fetta di ragazzi che già avevano difficoltà di apprendimento e che si sono visti davvero schiacciati da questa modalità di fare scuola che non era affatto consona alle loro esigenze di supporto.

4.Disturbi di sonno e mancanza di energia

Vivere a quell’età in costante incertezza e condizioni di allerta e paura ha portato alla chiusura ulteriore dei ragazzi, all’aumento dell’ansia e della fobia sociale, è aumentata la paura di uscire di casa perché ormai quella stanza è diventata la loro zona di comfort e “stanno bene”.

Lo stare chiusi in casa, inoltre, ha portato a disturbi di sonno, mancanza di energia e peggior nutrizione.

Non bisogna stupirsi ne prendersela con i ragazzi se, adeso che tutto è aperto, non tornano esattamente come prima.

Non c’è un prima a cui tornare, la situazione e lo stato d’animo del 2019, non possono essere ripristinati. Molti genitori e adulti hanno erroneamente pensato “ora che è finito tutto si torna a come era prima”. L’errore di pensare in questo modo è quello di crearsi delle aspettative che, soprattutto per chi ha ragazzi adolescenti, verranno disattese.

Il mondo non è più quello di prima, noi non siamo più quelli di prima e i ragazzi neanche!

La buona notizia però è che possiamo diventare migliori di prima, per farlo però è necessario che non ignoriamo tutte queste conseguenze negative ma che impariamo a gestirle e che si impari anche a guidare i ragazzi che, oltre ad essere in una fase critica della loro crescita, sono anche tediati da tutte queste nuove sensazioni ed emozioni “poco produttive” che nutrono nel loro animo.

Adesso tornando a te gentiore, vorrei farti alcune domande alle quali penso sia molto utile che tu ti risponda:

  • Tu hai un’idea come tuo figlio ha vissuto il covid?
  • Vedi in lui/lei alcuni dei cambiamenti menzionati qui sopra?
  • Come hai gestito tu la pandemia?
  • Come la vivete oggi?
  • Ti trovi in difficoltà in qualcuno di questi punti?

Io personalmente, Nan Coosemans, family coach e youth coach da più di 15 anni, insieme alla squadra di coach Younite, siamo accanto a ragazzi e genitori dall’inizio di questa enorme sventura.

La nostra missione è sempre stata quella di fornire strumenti sia ai genitori che ai ragazzi per poter imparare a gestire le difficoltà.

Se noti che tuo figlio/tua figlia fanno fatica a riprendere la propria vita in mano non esitare a contattarci, alcune sessioni di coaching one to one, possono guidare te e/o i ragazzi a capire come prendere di petto la situazione e agire nella direzione giusta.

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Esperienze in cui i ragazzi si divertono, socializzano, fanno sport e, seguiti personalmente dai nostri coach, imparano concetti importanti come: capire chi sono, gestire le proprie debolezze e paure, tirare fuori le proprie qualità, avere fiducia in se stessi, prefissarsi degli obiettivi, relazionarsi con gli altri, a capire/gestire le emozioni che provano.

I nostri Campi estivi per adolescenti sono la modalità con cui, da 10 anni, facciamo in modo che i ragazzi apprendano gli strumenti che non gli vengono insegnati altrove e che, quindi, non si sentano mai soli o inadeguati davanti alle sfide che la vita gli mette davanti.

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Nan Coosemans

Nan Coosemans

Fondatrice di Younite®, Family e Youth Coach, Autrice del libro “Quello che i ragazzi non dicono” ed. Sperling & Kupfer e mamma di 3 figli. Lavoro da oltre 20 anni nel mondo dello sviluppo personale. Ho fondato Younite® nel 2010 e Genitori in Azione nel 2016, la prima scuola online per genitori con adolescenti. Ho studiato vari anni in America, Olanda e Inghilterra integrando il lavoro sviluppato con con NLP, TLT, VT® e Family Therapist. Insieme alla squadra di Younite® ho lavorato con migliaia di ragazzi e famiglie in Olanda & Italia. Sono co-fondatrice dell'Accademia YADA, la prima scuola di formazione per diventare Family o Youth Coach in Italia

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