“Mia mamma non mi ascolta”
“Mio babbo non mi ascolta”
Quante volte lo sentiamo dire dai giovani adolescenti?
Uno dei motivi di maggiore conflitto tra i genitori e i figli è proprio determinato dall’assenza dell’ascolto e quindi da una conseguente comunicazione sbagliata.
Comunicare non è quando uno parla, parla e parla e l’altro semplicemente ascolta.
E’ importante sapere che la comunicazione è circolare e che ha bisogno di due strumenti che troppo spesso vengono dimenticati: le orecchie.
Infatti nella maggior parte delle famiglie capita che la mamma (soprattutto) e il papà parlano, interrogano, ripetono insistentemente le stesse domande, consigliano, fanno prediche, vogliono risposte, etichettano, giudicano, criticano, interpretano, offrono soluzioni, mettono in guardia, minacciano, danno ordini, ridicolizzano, minimizzano e troppo spesso NON ascoltano.
Senza ascolto non si può pensare di comunicare in maniera sensata, anzi, si rischia seriamente di allontanare il figlio e di indurlo a chiudersi in se stesso.
I figli non sopportano i genitori che ripetono, come un disco rotto, gli stessi discorsi. Molto probabilmente questo accade perché quei discorsi partono da ciò che il genitore desidera e non da ciò di cui il figlio ha bisogno.
Carl Rogers, psicoterapeuta statunitense, che negli anni 40 fondò la Psicologia Umanistica, scrisse questo concetto:
“Ascoltare vuol dire capire ciò che l’altro non dice”
Individuò anche tre caratteristiche fondamentali senza le quali creare un rapporto di fiducia, in questo caso con il figlio, risulta difficile:
- Empatia: essere un genitore empatico significa sapersi mettere nei panni del figlio. Significa comprendere e intuire i suoi sentimenti senza forma di interpretazione e giudizio.
- Accettazione incondizionata: significa accettare e comprendere il figlio per quello che è, con il suo modo di agire, pensare, sentire e parlare.
- Autenticità: significa essere sinceri, trasparenti e onesti nella relazione con il figlio, senza nascondersi dietro il ruolo del genitore che in quel momento si sta ricoprendo.
Mettendo in pratica queste tre caratteristiche, tu genitore sarai in grado di ascoltare in maniera attiva.
Che cos’è davvero l’ascolto attivo?
L’ascolto attivo è la capacità di porre attenzione alla comunicazione dell’altro senza formulare giudizi, restando in un clima in cui ci si possa sentire compresi con empatia.
Attraverso l’ascolto attivo puoi davvero comprendere cosa vuole tuo figlio, quali sono i suoi bisogni, interessi o quali sono i suoi pensieri e le emozioni che sta provando.
Puoi semplicemente usare frasi tipo:
“Dimmi”, “Fammi capire”, “Ti ascolto”, “Raccontami” guardando tuo figlio negli occhi con uno sguardo sereno e un tono di voce accogliente.
Quando ero adolescente non mi sentivo minimamente ascoltata.
Ovvero, con i miei genitori avevo un bellissimo rapporto che però è sempre rimasto in superficie. Si parlava delle cose ovvie, dei doveri, obblighi scolastici, del meteo, di ciò che potevo o non potevo fare.
Ma ciò che mi è sempre mancato, e che una volta diventata io stessa genitore ho consapevolizzato, è che avrei voluto sentirmi ascoltata, capita dal profondo come mi sentivo, di cosa avevo bisogno (al di fuori delle cose materiali ovviamente) e mi mancava esprimere le mie perplessità, sogni, frustrazioni, desideri ed emozioni.
Con mia madre non sono mai entrata in un dialogo profondo ed intimo, ma mi sentivo spesso giudicata, criticata e paragonata agli altri.
Consapevole di ciò, dopo che sono diventata mamma, ho imparato ad ascoltare i miei figli, ad osservare, capirli e valorizzarli perché sono convinta che dietro una buon rapporto di fiducia, connessione e complicità c’è l’ascolto.
Da qualche parte avevo letto questa frase che mi ha colpito notevolmente:
“Se ascolti per rispondere, non stai ascoltando davvero, ma stai cogliendo solo quei pezzi di discorso che sono utili alla tua risposta”.
Quindi, inizia a dare la giusta attenzione all’ascolto e al tempo per ascoltare con interesse ciò che tuo figlio ti vuole comunicare.
“Abbiamo due orecchie e una sola bocca proprio perché dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno” – Zenone di Cirio
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KATJA SFILIGOJI
Family Coach Younite