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5 miti che ogni genitore dovrebbe sfatare sugli adolescenti

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Nan Coosemans

Caro genitore, sai quali sono i 5 miti che i genitori dovrebbero assolutamente sfatare se vogliono creare una relazione sana e serena con i propri figli?

Spesso basiamo i nostri ragionamenti su degli schemi di pensiero o di valutazioni che ereditiamo dalla nostra famiglia e dalla società in cui siamo vissuti e in cui viviamo, senza mai fermarci a riflettere sulla veridicità e funzionalità di questi schemi di pensiero. 

Cosa succede quando questi pensieri, che possiamo definire pregiudizi, riguardano i nostri figli adolescenti?

Le conseguenze di questo comportamento rendono, il già complicato rapporto con i nostri ragazzi, ancora più conflittuale. I ragazzi non tollerano essere “dati per scontato”, non tollerano essere paragonati alla massa ed essere identificati come un clichè!

Si lo so quello che stai pensando, i ragazzi fanno di tutto per uniformarsi agli altri, ma questa è una decisione che loro stessi prendono per loro stessi (indossare gli stessi vestiti degli altri, stesso cellulare, stessi accessori, stesso modo di parlare, lo fanno per non dare troppo nell’occhio e non esporsi alle critiche a cui adesso non saprebbero come reagire in maniere costruttiva), da noi genitori pretendono ascolto e comprensione della loro particolare situazione e della loro specificità.

Vediamo subito insieme i 5 miti da sfatare e che ti permetteranno di cambiare subito in meglio la relazione che hai con tuo figlio o tua figlia adolescente   

1. Gli adolescenti non ascoltano i genitori

“Mio figlio non mi ascolta per niente!”, “Non so più cosa devo fare, quando ti dico una cosa e da un orecchio ti entra e dall’altro ti esce”, “Quando parlo con te mi sembra di parlare al vento o ad un muro!”

Ti sei ritrovata o ritrovato a ripetere queste parole? E’ il momento di smettere di pensarla così.

Ricordati le mie parole: i nostri figli ci ascoltano sempre!

Non è detto che facciano ciò che stiamo dicendo ma ci ascoltano sempre e spesso anche molto attentamente. Anche quando mettono il muso o quando ci girano le spalle loro ci hanno ascoltati.

Per fare in modo che recepiscano ciò che stiamo dicendo e che magari mettano in pratica qualcosina, invece, c’è bisogno di utilizzare i metodi giusti e imparare gli strumenti di comunicazione adatti ad un adolescente.

2. Gli adolescenti sono dipendenti dalla tecnologia

Questo pregiudizio, molto diffuso, suscita molto interesse da parte dei genitori. Noi non possiamo più dire: “Non possono più vivere senza cellulare” con aria di gran disprezzo, perché i ragazzi oggi hanno una doppia vita online e offline e chiaramente loro non possono farci niente questo è il loro mondo e il loro modo anche di stare con gli altri.  Dobbiamo accettare questa doppia realtà e farcene una ragione.

Usare la tecnologia non è automaticamente dipendenza, i ragazzi hanno i social, hanno le chat con gli amici, con il gruppo di sport, con il gruppo di classe. Attraverso le varie app, si scambiano facilmente file importanti,  condividono notizie che gli interessano, scaricano musica e guardano tutorial che gli interessano. Stare al cellulare svariate ore al giorno è nella normalità, certo c’è sempre bisogno di mettere delle regole e di farlo nella maniera giusta.

Stare 16 ore al giorno al cellulare o alla play, rifiutarsi di incontrare altri amici, chiudersi in se stessi o nella stanza, quella è dipendenza dalla tecnologia.  La dipendenza però cos’è? E’ solo conseguenza di un bisogno che esiste da sempre “ la necessità di riempire un vuoto”. Magari in passato questo bisogno veniva manifestato in altri modi, oggi c’è la tecnologia e loro manifestano questo disagio così.

Cosa dovrebbero fare i genitori invece di cedere a questo pregiudizio? Se un figlio non è dipendente ma comunque esagera un po’ nell’utilizzo della tecnologia, innanzitutto i genitori dovrebbero partire dal dare un buon esempio e dal fissare delle regole valide per tutti (quando dico tutti intendo genitori compresi che devono SEMPRE dare per primi l’esempio) . Se un genitore, invece si accorge di una dipendenza, allora dovrebbe chiedere aiuto, non giudicare o inveire contro il figlio ma cercare in ogni modo di risalire all’origine di questo problema.

3. Gli adolescenti vogliono essere indipendenti

Certo che gli adolescenti hanno voglia di trovare la propria dimensione e di tagliare il cordone ombelicale che li tiene legati ai genitori. Il loro cervello si sviluppa e ha necessità di diverse cose: libertà, amicizia, curiosità, identità.

Scoprire la loro identità al di fuori della famiglia è fondamentale per un sano processo di crescita. Noi dobbiamo dargli lo spazio per scoprire il mondo, ma non dobbiamo e possiamo lasciarli completamente da soli nel fare questa esplorazione.

Un adolescente può essere lasciato solo nell’ordinare la camera, lavarsi i denti, vestirsi, scegliersi gli amici, ma sul livello emotivo NON possiamo affatto pensare che la voglia di indipendenza significhi che i genitori escano di scena all’improvviso.  Il cervello di un adolescente gli suggerisce di spingersi alla scoperta del mondo ma non è detto che poi sia pronto per gestire da solo tutto ciò che ne deriva.

I ragazzi devono essere guidati nei momenti in cui entrano in crisi e non sanno come reagire a determinate novità che trovano al di fuori dell’ambiente familiare (scuola, amici, relazioni, sport).

Noi genitori dovremmo condividere le loro necessità, assecondarli nelle scelte ma essere lì presenti e vigili nel momento in cui loro vogliano tornare da noi. La mamma e il papà sono e devono essere il porto sicuro in cui i ragazzi sanno di potersi rifugiare sempre.

4. Gli adolescenti sono irresponsabili

Si, è vero, ma solo se noi li facciamo diventare irresponsabili. Quante cose noi genitori facciamo per loro che loro potrebbero fare da soli?

Mettergli a posto la camera, fargli tutte e le lavatrici, cucinargli sempre, ordinargli la camera, fare i compiti con loro. In tutte queste cose i ragazzi vanno guidati, il genitore dovrebbe essere accanto a loro e non sostituirsi a loro.

Se il proprio adolescente non è ordinato e non riesce proprio a mantenere una routine, possiamo guidarlo nel crearsi una modalità di riordino semplice e veloce ciò che non bisogna fare è urlargli contro, fare noi le cose al suo posto oppure imporgli di farle a modo nostro a suon di minacce “ti tolgo il cellulare!”.

I ragazzi non hanno ancora il cervello sviluppato al punto da poter organizzarsi bene e gestire tante e diverse attività. Possono entrare in crisi e noi dobbiamo essergli accanto responsabilizzandoli ossia guidandoli nel trovare la soluzione e nell’applicare alla vita un loro modo di fare le cose.

Se stai facendo troppo stai frenando la loro crescita, se vuoi che loro ogni tanto si cucinino da soli allora insegnagli come si fa, assicurandoti che abbiano gli strumenti per poterlo fare davvero.

5. L’adolescenza è solo una fase di passaggio

Questo ultimo mito è molto importante che venga sfatato. L’adolescenza passa, certamente, ma come passa, bene o male?  Che adulto verrà fuori da questo periodo? Un adulto pieno di insicurezze e squilibri oppure un adulto sicuro di sè, capace di affrontare le sfide della vita e di relazionarsi con gli altri?

L’adolescenza inizia e finisce con successo solo se guidiamo i nostri adolescenti nel superarla brillantemente.  Cinquant’ anni fa i genitori lavoravano solo sulla paura, non si poteva parlare e controbattere e se per caso si trasgredivano queste regole i genitori risolvevano con le “brutte maniere” .

Adesso se ci si comporta così si finisce per essere denunciati, inoltre gli studi e l’evoluzione della società non rendono più tale sistema educativo accettabile o anche utile. Oggi i ragazzi sono molto informati, conoscono i loro diritti, hanno un concetto di libertà estremamente diverso da prima, le loro ambizioni e richieste sono differenti. E’ importante che i genitori adottino un sistema educativo al passo con i tempi e soprattutto giusto per i propri adolescenti.

Questa è l’unica strada per fare in modo che l’adolescenza passi senza che nessun trauma o nessuna ferita vadano a danneggiare la vita del futuro adulto.

Vuoi diventare un genitore migliore per il tuo adolescente? Ti piacerebbe essere guidata/o nell’educazione di tuo figlio da coach professionisti e al passo con i tempi che sono aggiornati su tutti i temi dell’adolescenza (dalla nutrizione, all’autostima, al bullismo, alla comunicazione ecc ecc)

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Spero che questo articolo ti sia stato utile

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Con affetto,

Nan Coosemans

Family coach, youth therapist e fondatrice di Younite

Nan Coosemans

Nan Coosemans

Fondatrice di Younite®, Family e Youth Coach, Autrice del libro “Quello che i ragazzi non dicono” ed. Sperling & Kupfer e mamma di 3 figli. Lavoro da oltre 20 anni nel mondo dello sviluppo personale. Ho fondato Younite® nel 2010 e Genitori in Azione nel 2016, la prima scuola online per genitori con adolescenti. Ho studiato vari anni in America, Olanda e Inghilterra integrando il lavoro sviluppato con con NLP, TLT, VT® e Family Therapist. Insieme alla squadra di Younite® ho lavorato con migliaia di ragazzi e famiglie in Olanda & Italia. Sono co-fondatrice dell'Accademia YADA, la prima scuola di formazione per diventare Family o Youth Coach in Italia

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